Come ogni estate la Goletta Verde sta monitorando le acque marine lungo le coste italiane. Nel 1986 si svolse per la prima volta la campagna Goletta Verde, un viaggio da Sanremo a Trieste lungo i 4.000 chilometri di coste italiane per verificare lo stato di salute delle acque di balneazione. La campagna, organizzata assieme alla rivista L’Espresso, che pubblicava ogni settimana i dati dei rilevamenti effettuati, ha rappresentato il primo studio sull’inquinamento marino in un’epoca in cui le autorità preposte al controllo non erano ancora in grado di dare un quadro della situazione del mare. In ogni località in cui fa tappa l’imbarcazione ambientalista, nella prima edizione furono quarantacinque, sono organizzate conferenze stampa e dibattiti sullo stato di salute del mare. Negli anni successivi, anche in conseguenza dello stimolo rappresentato dalla campagna ambientalista, vengono gradualmente potenziate le strutture di controllo pubbliche, perciò Goletta Verde cambia lentamente fisionomia, passando dalla sola azione di check-up delle condizioni del mare, che pure rimane, a iniziative a più ampio spettro: promozione delle attività dell’associazione e denuncia di abusivismo edilizio, cementificazione selvaggia delle coste, scarichi illegali.

PRELIEVO DI ACQUE MARINE A CURA DI UNA VOLONTARIA DI GOLETTA VERDE
Legambiente fa presente che “è bene ricordare che il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acque nel Lazio è stato eseguito dal 30 giugno al 2 luglio da volontari e volontarie dell’associazione. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. Dei 12 punti indagati in provincia di  Latina sono risultati 3 “fortemente inquinati” e 3 “inquinati”. “Fortemente inquinati” i punti nella spiaggia nei pressi di Foce Verde a Latina; nel mare di fronte la foce del Rio Recillo a Marina di Minturno e il punto sulla spiaggia di fronte Rio Torto, (incrocio tra viale Europa e via Gibraleon) a San Felice di Circeo, quest’ultimo era stato anticipato nel corso di un blitz di Legambiente lo scorso 14 luglio. “Inquinati” 2 punti a Fondi (alla foce del canale Sant’Anastasia e in mare fronte foce del canale pedemontano tra via Guado I e la strada consortile) e uno a Formia, sulla foce del Rio Santacroce in località Gianola. Entro i limiti tre punti campionati nel territorio comunale di Terracina: sulla spiaggia a destra della foce del canale Sisto, sulla spiaggia a destra della foce del fiume Portatore e la spiaggia di levante adiacente alla darsena del porto. Nessun superamento del limite di legge anche per la spiaggia su via Colombo (all’incrocio con via Doria) a Sperlonga, sul punto in corrispondenza del torrente Lorgato a Gaeta e sullo sbocco del canale a sud della darsena a Marina di Minturno. C’è da sottolineare che tre dei cinque punti risultati inquinati non rientrano tra le aree campionate dalle autorità competenti mentre i due prelevati a Fondi ricadono in aree giudicate balneabili con giudizio sulla qualità delle acque, sul Portale delle Acque del Ministero della Salute, “sufficiente” in un caso ed “eccellente” nell’altro. Sette dei nove punti risultati fortemente inquinati, invece, ricadono in zone non campionate dalle autorità competenti (che non dovrebbero quindi essere considerate balneabili). Gli altri due punti (a Minturno e a San Felice Circeo) sono considerati, nonostante la presenza di due punti critici lungo quella porzione di costa, balneabili con giudizio delle acque rispettivamente “eccellente” e “sufficiente”, sempre sul Portale delle Acque”. Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio osserva: “Oltre la metà delle analisi di Goletta Verde mostra che ci sono serie criticità da affrontare lungo la costa del Lazio e ci rivolgiamo in primo luogo ai Comuni, ai quali chiediamo di leggere con attenzione questi risultati, causati, senza ombra di dubbio da difficoltà depurative o scarichi illegali di reflui. L’enorme potenziale di bellezza, tutela della biodiversità, ecosostenibilità e sviluppo di una blu economy sana per tutto il nostro litorale, passa indissolubilmente dalla qualità del mare: noi indaghiamo i punti più critici e ci mettiamo a totale disposizione per verificare le cause dei problemi, senza voler dare alcun titolo di balneabilità, tanto meno giudizi complessivi sul mare di ogni comune. Inviamo alle amministrazioni comunali e alla Regione, alle forza dell’ordine e agli stakeholders territoriali questi risultati, perché ciascuno faccia il possibile nella risoluzione dei problemi, potenziando i depuratori e fermando l’abusivismo fognario che è una delle gravi conseguenze dell’abusivismo edilizio e dell’aggressione del cemento sulle coste. Azioni reali e concrete si possono e si devono costruire, e a dimostrazione di ciò, presentiamo quest’anno i dati davanti alla barriera anti rifiuti dell’Aniene dove, grazie all’ufficio di scopo per i Contratti di Fiume della Regione e alla disponibilità di Roma Natura ad ospitarla in una delle sue aree nella Capitale, ha preso vita un importante laboratorio di cambiamento positivo per il mare; grazie a questa barriera, insieme a quella posta a Fiumicino lungo il Tevere, i rifiuti flottanti vengono fermati prima di raggiungere la costa, e le plastiche raccolte prima di disgregarsi in microplastiche nel mare”. Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente: “Se la mala depurazione è il problema principale da affrontare per restituire ai cittadini tratti di costa più puliti, non meno importanti sono i controlli dei punti critici che portano l’inquinamento al mare e l’informazione rivolta ai cittadini non è più tollerabile che la maggior parte dei punti campionati da Goletta verde ricadano in zone non controllate dalle autorità competenti. Spesso questi tratti di costa abbandonati (che per definizione, quindi, non dovrebbero essere balneabili) sono a ridosso di lidi attrezzati o di spiagge libere ma sono sprovvisti della cartellonistica che informa correttamente i bagnanti sulle criticità che potrebbe trovare”. Il monitoraggio scientifico: i prelievi e le analisi di Goletta Verde  vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione. Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente: Inquinato: Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml.
Fortemente inquinato: Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml. Permangono le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Il cartello sulla qualità delle acque è presente solo in un punto dei 25 monitorati, mentre il cartello di divieto di balneazione è stato riscontrato solo in tre casi, sulle 12 foci prese in considerazione.
Locandina di Goletta Verde

Da parte di Acqualatina giunge un comunicato di precisazione che riportiamo fedelmente: “Le anomalie rilevate da Legambiente non hanno nulla a che fare con Acqualatina. I depuratori Acqualatina in molto casi non scaricano neanche nei fossi analizzati da Goletta Verde. Gli impianti gestiti dalla Società sono continuamente monitorati, con presidi fissi e sistemi automatizzati di telecontrollo. La buona qualità dell’acqua restituita alla natura è certificata dai controlli effettuati internamente, grazie ai laboratori accreditati di Acqualatina, ed esternamente dalle analisi a cura degli enti terzi competenti. Anche quest’anno i riconoscimenti delle Bandiere Blu ribadiscono un primato dell’ATO4, con 8 località premiate. La Società pone grande attenzione alla depurazione e all’impatto ambientale correlato, ad oggi sono oltre 90 i milioni investiti su fognatura e depurazione. La Società ribadisce la massima disponibilità per ulteriori verifiche finalizzate a individuare l’esatta provenienza degli scarichi anomali, come già fatto nel passato con la partecipazione a diverse task force di successo”. Nei cassetti dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Latina giace lo Studio Samobis realizzato da docenti universitari dell’Università Sapienza sullo stato delle acque marine pontine con esborso di denaro pubblico su felice intuito dell’assessore provinciale all’ambiente di allora Gerardo Stefanelli, attualmente sindaco di Minturno. Ogni estate puntualmente vengono segnalate le stesse criticità. Ogni anno a orari fissi osserviamo chiazze giungere verso il bagnasciuga. Ogni giorno dell’anno puntualmente noi chiediamo alle acque del fiume Garigliano e alle acque marine del Golfo di Gaeta di sopportare un impatto ambientale inaudito di ogni tipo, dagli allevamenti di itticoltura e mitilicoltura intensivi agli scarichi fognari, dalle aree portuali alla navigazione. Di tutto in poco spazio.