“Ci troviamo a rivivere situazioni analoghe a quelle che denunciavamo nel 2013 – spiega Pernarella -, in taluni casi anche peggiori. Come cinque anni fa, ma varrebbe la pena dire come quando fu dichiarata l’inizio emergenza rifiuti nel Lazio, ovvero agli inizi del secolo, lo stato dell’arte pare lo stesso o quasi. E contemporaneamente c’è chi come allora invoca soluzioni che l’Europa va progressivamente e senza timori superando. Il tutto, ancora, senza che la Regione, ente deputato per competenza a trattare il tema, e quindi al rilascio delle autorizzazioni agli impianti di trattamento, nonché al controllo delle prescrizioni, dia il là a quella svolta che i cittadini del Lazio attendono da anni.
Così a Roma, allo stesso modo nelle provincie come quella da cui provengo dove a fronte di una richiesta da parte dei Sindaci di procedere dando preponderanza agli impianti pubblici di trattamento rifiuti, si continuano a concedere autorizzazioni al privato ben al di là non solo del fabbisogno, per cui come noto si registrano eccedenze, ma anche del diritto al benessere dei cittadini.
Borgo Montello, Aprilia, Pontinia solo per fare alcuni nomi di frazioni e comuni della provincia di Latina – conclude Pernarella -, ormai noti ai più per i problemi creati dalla sciagurata e ventennale mala gestione regionale dei rifiuti. Ci aspettiamo che quell’economia circolare oggi invocata anche da chi fino a ieri promuoveva ‘revamping’ di inceneritori a chiusura del cerchio e che invece è da sempre nelle proposte del Movimento 5 Stelle in un’ottica di riduzione, recupero, riciclo, rigenerazione e riuso, diventi la bussola con cui la Regione orienterà tutte le sue prossime scelte, controllandole adeguatamente, e quindi non come fatto fino ad oggi, ed eliminando dalle proprie programmazioni ogni diversa soluzione”.