È stato presentato nella mattinata di oggi, giovedì 3 settembre, presso la sede dell’Ente Parco il progetto di monitoraggio diffuso delle nostre aree naturali. I cittadini che parteciperanno (prima di tutto scuole e associazioni locali) nei prossimi mesi ai progetti di Citizen Scienze verranno addestrati a riconoscere particolari specie animali e vegetali, e poi forniranno attraverso la loro spontanea iniziativa i dati raccolti al personale specializzato per la successiva analisi.
Il protocollo d’intesa coinvolge, oltre che il Parco Riviera di Ulisse, quello dei Monti Aurunci, la Società dei Naturalisti in Napoli e il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e prevede l’implementazione di attività finalizzate:
• alla caratterizzazione geologica e geomorfologica delle aree dei Parchi;
• all’individuazione e rilevazione delle emergenze geo ambientali presenti sul territorio, con particolare attenzione alla presenza di aree in frana e/o soggette a fenomeni erosivi intensi, inclusi quelli attivi lungo la costa, tematiche di fondamentale interesse nell’ambito di parchi naturalistici suburbani;
• all’individuazione di siti contaminati da attività antropica, incluse le aree marine e costiere protette; • all’individuazione e allo studio, nonché al recupero di aree archeologiche;
• al supporto alla predisposizione di materiale divulgativo (guide/monografie) relativo a geo siti e geo itinerari, che facilitino la fruizione dei territori urbani e rurali presenti nell’area dei Parchi;
• alla partecipazione, realizzazione e promozione di eventi ed iniziative, finalizzati alla diffusione delle conoscenze naturalistiche, in particolare presso le giovani generazioni.
“Anche territori come il nostro – dice la Presidente del Parco Riviera di Ulisse Carmela Cassetta – che, vista la forte antropizzazione si ritengono del tutto noti alla scienza possono riservare molte sorprese grazie al monitoraggio diffuso e capillare previsto da questo accordo. Quella che proponiamo non sarà un esercizio di scuola o un’occasione di educazione ambientale ma la partecipazione a una vera ricerca universitaria e una reale opportunità per i cittadini di dare un effettivo contributo alla tutela del territorio nel quale viviamo”.