Il 28 febbraio in tutte le sale cinematografiche italiane uscirà il film “Croce e Delizia”, di Simone Godano, una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Picomedia e Groenlandia.
Anticipiamo la trama sommariamente per incuriosire i lettori. Protagonisti del film sono due famiglie: i Castelvecchio e i Petagna. I primi sono una famiglia di eccentrici, hanno una mentalità aperta, ma sono narcisisti e disuniti. I secondi sono tutto l’opposto: gente molto affiatata, di estrazione sociale più umile, dai valori tradizionali ma conservatori. Come mai queste due famiglie così diverse si ritrovano a trascorrere le vacanze estive insieme? Lo sanno solo i capifamiglia Tony Castelvecchio, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, e Carlo Petagna, Alessandro Gassman: l’inaspettato annuncio del loro amore scardinerà gli equilibri delle due famiglie ma soprattutto quelli di Penelope, che ha il volto di un’ottima Jasmine Trinca e di Sandro, interpretato da Filippo Scicchitano, i loro rispettivi primogeniti.
Regista e sceneggiatore evidenziano che l’amore non ha sesso, non ha età, non conosce limiti di tempo e spazio, non ha argini, né categorie. È un sentimento universale dinanzi al quale bisognerebbe commuoversi, non scandalizzarsi. Essere fieri, non vergognarsi. Una commedia che già dal titolo invita lo spettatore a immedesimarsi in ciò che è da sempre fonte di piacere e di sofferenza. E non è forse un caso se il racconto di questa realtà sia affidato a un veterano del cinema di genere. Simone Godano inizia, infatti, nel 2003, quando insieme al fratello Leonardo, realizza il cortometraggio “Il due novembre” con Silvio Muccino e Martina Stella. Entra a far parte del gruppo di giovani registi lanciati dalla Filmmaster sotto il nome di “06”, realizzando vari spot pubblicitari. Nel 2010 il suo cortometraggio “Niente orchidee” con Beppe Fiorello e Valeria Solarino viene presentato fuori concorso al Festival di Venezia. Nel frattempo inizia a lavorare in tv, curando la regia di vari programmi. Nel 2017 esordisce nella regia dei lungometraggi con “Moglie e Marito”.
Questa volta racconta l’amore tra due uomini adulti, però non omossessuale. È amore in una visione complessa poiché è anche la storia di una figlia che non riconosce il genitore e trova nell’altro padre il papà che non ha mai avuto. Il ruolo è affidato a una bravissima Jasmine Trinca che nonostante la sua giovane età vanta una carriera di prestigio: ha vinto 1 David di Donatello, 4 Nastri d’Argento, 2 Globi d’Oro, 2 Ciak d’Oro, il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Premio Gian Maria Volonté e il Premio Un Certain Regard come miglior attrice. Il regista, come abbiamo già evidenziato, gioca anche sulle differenze sociali che dividono e uniscono nello stesso tempo, utilizzando per la sua storia due famiglie completamente opposte.
Una è composta da pescivendoli del litoraneo romano, persone semplici, unite e ironiche. Gli altri, invece, sono aristocratici, nobili, riservati, proprietari di una villa a picco sul mare. L’incontro tra queste famiglie farà vedere il diverso, che è molto meglio di ciò che si immagina. Il regista ha snobbato le isole Eolie o Capri e per le gli esterni, oltre Roma, ha scelto Gaeta e Formia. Quindi per l’ambientazione ha previlegiato Sant’Agostino a Gaeta, che è la località dove passa le vacanze la famiglia di intellettuali. Le riprese sono durate venti giorni. Quindi a Formia in una pescheria tra Largo Domenico Paone e Mola Azzurra, attività principale della famiglia umile. Ancora una volta il Golfo di Gaeta diventa un set a cielo aperto. Sarà interessante verificare come è affrontato il tema trattato e in che misura il nostro comprensorio sarà riconoscibile dagli spettatori.
Gian Paolo Caliman