Formia, sequestro penale: a Gianola pesca di frodo con l’utilizzo di trappole artigianali – Proseguono con incisività i servizi di controllo del territorio posti in essere dalla Compagnia CC di Formia
finalizzati alla prevenzione dei reati in genere. Nello specifico,
Durante il primo weekend di agosto, nella notte tra sabato 3 agosto e domenica 5 agosto c.a è stato realizzato
dai militari della Compagnia Carabinieri di Formia (LT), di intesa con il Comando Provinciale di Latina, un
servizio di controllo coordinato del territorio sia terrestre che marittimo, volto ad intensificare i servizi di
prevenzione e contrasto alle attività illecite che più sono presenti sul territorio, soprattutto relativamente al
consumo di sostanze stupefacenti ed alcoliche nei luoghi della movida estiva.
Nello specifico i controlli capillari hanno riguardato i Comuni di Formia, Gaeta e Scauri di Minturno (LT)
dove sono state elevate diverse sanzioni al codice della strada e segnalate all’autorità amministrativa (ex art.
75 D.P.R. 309/90) nr. 5 persone perché trovate in possesso di modiche quantità di sostanze stupefacenti di
vario genere (cocaina, hashish e marijuana). Per uno di essi è scattato anche il ritiro del documento di guida
perché sorpreso in possesso di stupefacente durante la guida. Sono stati effettuati altresì controlli su:
- nr. 55 autoveicoli;
- nr. 10 esercizi pubblici;
- nr. 11 soggetti sottoposti a provvedimenti giudiziari;
- nr. 117 persone identificate, di cui nr. 15 gravate da precedenti di polizia;
- nr. 5 contravvenzioni al c.d.s.
Nella medesima circostanza i militari della dipendente Motovedetta CC 816 dell’Arma dei Carabinieri di
Gaeta, nel perlustrare gli specchi d’acqua attigui alla costa della giurisdizione nel comune di Formia (LT),
prospicente al litorale di Gianola ed a circa 0,5 miglia dalla costa, hanno portato alla luce un’attività illegale e
dannosa per l’ambiente marino quale la pesca di frodo con l’utilizzo di trappole artigianali e reti da pesca
immerse in modo del tutto illecito. Il personale dell’Arma, durante il controllo svolto in mare aperto, è infatti
incorso in una tanica in plastica di colore giallo da 25 litri, fungente da galleggiante e segnale, al quale era
legata una cima che scendeva sul fondo e che collegava circa 900 (novecento) metri di rete da posta, unita
all’altra estremità da un’ulteriore tanica vuota.
Quanto rinvenuto veniva salpato a bordo dell’unità navale, atteso l’imminente pericolo alla navigazione in
ossequio alle violazioni di cui agli artt. 1218 e 1231 r.d nr. 327/42 (codice della navigazione) e al d.p.r. nr.
1639, art. 104 e successive modifiche ed integrazioni, sottoponendo il tutto a sequestro penale. Sul segnale
ritrovato non vi era apposta alcuna indicazione circa l’imbarcazione che avrebbe potuto calar in mare la rete
(codice che invero risulta obbligatorio), ed il galleggiante era altresì sprovvisto di bandierina di colore giallo
e fonte luminosa (per l’individuazione notturna). La mancanza di sigle identificative è ricondotta infatti alla
mancanza di idonea licenza da pesca, ove pescatori non regolari pongono in essere tali metodi per non essere
identificati. Durante le fasi del recupero i militari hanno inoltre liberato in mare diversi esemplari di specie
ittiche, rimaste intrappolate nella rudimentale ragna da pesca.
Queste reti, utilizzate dai pescatori di frodo nella pesca d’altura, rappresentano non solo una minaccia per la
fauna marina, la cui popolazione viene resa sempre minore a causa dell’inottemperanza delle normative di
settore, ma costituiscono anche un pericolo tangibile per le imbarcazioni che solcane quelle acque. Le eliche
delle barche rischiano infatti di impigliarsi nelle reti attaccate alle boe, mettendo a rischio sia la sicurezza degli
equipaggi che l’integrità delle imbarcazioni stesse.
L’azione della motovedetta CC816 continuerà a contrastare l’inquinamento marino e a proteggere
l’ecosistema del mare, nonché impedire la pesca di frodo che oltretutto danneggia gravemente l’ambiente e
mina gli sforzi di conservazione e tutela delle risorse ittiche.