L’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine ha scritto una lettera aperta al Prefetto di Latina, S.E Dottore Maurizio Falco, al Sindaco del Comune di Formia, Prof. Paola Villa, alla Delegata ai Servizi Sociali del Comune di Formia, Dottoressa Rossana Berna, al Presidente del Consiglio Comunale di Formia, Avvocato Pasquale Di Gabriele, al Segretario Comunale del Comune di Formia, Avvocato Alessandro Izzi avente per oggetto la chiusura de “LA CASA GIUSTA”.
Scrivono testualmente: Apprendiamo con stupore e incredulità la notizia del fallimento del progetto denominato “La Casa Giusta” che, con il recesso di due delle tre associazioni che si erano costituite in ATS e quindi lo scioglimento dell’Ente – che appena tre anni fa aveva partecipato al bando per la concessione dell’utilizzo del bene confiscato alla camorra – comporterà la revoca della convenzione e la riallocazione del bene mediante nuovo bando.
Per tali motivi chiediamo al Prefetto di Latina, alla Sindaca di Formia, alla Delegata ai Servizi Sociali, al Presidente del Consiglio Comunale e al Segretario Comunale, che vengano resi pubblici tutti gli atti che l’ATS era obbligata a sottoscrivere e a trasmettere al Comune.
Si chiede di conoscere i risultati che in questi 3 anni di gestione l’immobile confiscato alle mafie avrebbe dovuto rendere come servizio alla comunità. Si chiede, inoltre, di conoscere se e quali ispezioni, accertamenti d’ufficio e richieste documentali siano stati eventualmente effettuati dal Comune in virtù del potere/dovere di controllo che andava esercitato sul bene, a norma d Regolamento comunale sui beni confiscati, approvato dalla precedente Amministrazione e del Contratto di concessione stipulato con l’ATS.
Le finalità sociali del bene impongono la massima trasparenza nei fatti che hanno regolato anche i rapporti interni tra le tre associazioni concessionarie nonché i rapporti con il Comune di Formia che avrebbe dovuto vigilare sull’esatto adempimento delle condizioni pattuite nella Convenzione.
Ricordiamo infatti che la confisca dei beni è uno degli strumenti più importanti per il contrasto alla criminalità organizzata ma lo è ancor più il loro utilizzo trasparente da parte degli enti locali. Dopo l’emissione di un nuovo bando, unitamente alla concessione dell’immobile, occorre tenere conto di quanto accaduto per non reiterare gli errori che hanno comportato l’attuale chiusura”.