Parco, dal germanico parricus, è definito dalla Treccani come “terreno di una certa estensione, piantato ad alberi ornamentali, con vaste zone a prato o a giardino, spesso ornato con vasche, fontane, destinato a svago e passeggio”. Bene con questa premessa parliamo del Parco Comunale Antonio De Curtis di Formia. È dedicato a un grande personaggio artistico che era, nel contempo, sua altezza imperiale principe di Bisanzio. E proprio a Formia, presso il Grande Albergo Miramare, ha scritto una delle più belle canzoni napoletane “Malafemmina”.
Questo parco, propagandato e considerato un fiore all’occhiello della città di Formia, presenta delle lacune che rendono quantomeno disagevole la sua fruizione da parte dei bambini e degli adulti. Cominciamo dal rispetto dei nonni, che oggi in piena epidemia coronavirus sono ancora di più i veri ammortizzatori sociali delle loro famiglie, rinunziando ad ogni cosa a vantaggio dei figli e dei nipoti che hanno maggiori bisogni e necessità. I bambini vogliono giocare (i giochi sono stati riparati alla meno peggio) ma non esiste una panchina dove gli anziani possano sedersi. Bisogna stare in piedi se si vogliono controllare – doverosamente – i propri cari per prevenire incidenti e tenere sotto osservazione eventuali male intenzionati. Ma quanto costerebbe all’assessorato competente acquistare una dozzina di panchine per nonni e genitori?
Quante mamme in gravidanza debbono rinunziare ad accompagnare i figli poiché non riescono a stare in piedi accanto ai loro cari. In verità esistono due panchine in pietra dove vi è lo spazio del circolo degli anziani che normalmente prendono dalla loro sede le sedie e si seggono fuori quando vi è il bel tempo. Andrebbe chiesto con quale logica quindi sono state collocate le uniche panchine lontano dall’area giochi e, quindi, inutilizzabili. E ancora il Parco è privo di servizi igienici. Intorno al parco non vi sono marciapiedi utili a coloro che vi portano i bambini. La traversa laterale è intasata di auto parcheggiate e i minori vengono portati per strada con il rischio di investimenti a causa di un traffico a doppio senso di marcia. L’area parcheggio comunale sul mare è lontano dal sito e costringe a fare un lungo percorso a piedi (si parla sovente di anziani e bambini, ricordiamolo), e, tra l’altro, nel periodo invernale rigidamente chiuso alla fruizione.