Nei giorni scorsi il Partito Democratico ha ritenuto opportuno rispondere sui social al consigliere comunale Gianfranco Conte, presidente della Commissione Consiliare alla Trasparenza del Comune di Formia. L’ex sindaco Sandro Bartolomeo, stanco di essere tirato in ballo, ha dichiarato: “Da quando esiste il Distretto Socio-Sanitario le diverse amministrazioni che si sono succedute, di centro sinistra e centro destra nonché quella commissariale, hanno sempre gestito i fondi regionali, con numerosi oneri (in primo luogo il personale comunale) e qualche vantaggio, in primis quello di avere una maggiore disponibilità di cassa nel bilancio.
Da oltre un anno Formia ha perso la titolarità della sede distrettuale a vantaggio di Gaeta (e non solo questa, stiamo perdendo anche la sede del Commissariato e quella dell’INPS), e ora questi oneri e vantaggi sono a carico di quel comune.
È il motivo principale per il quale il Sindaco Mitrano, in modo assolutamente legittimo, ha rivendicato la sede del distretto.
IL Consigliere Conte prova, come al solito, a intorbidire le acque con interpretazioni risibili e scontate facendo intravedere chissà quali magheggi e presunte irregolarità, che possono far presa su chi non conosce come stanno le cose.
È solo per questo che ho ritenuto di fare questo post, altrimenti ne avrei fatto volentieri a meno di rispondere a una nota che, come la precedente sul bilancio, è destinata solo a fare un po’ di “ammuina“.
Il capo gruppo consiliare del PD Claudio Marciano da parte sua evidenzia: “Forse ha qualcosa a che vedere con la notizia dello spostamento della sede INPS da Formia a Gaeta. Da diversi mesi Conte sembra il consigliere aggiunto della maggioranza, più che un membro dell’opposizione. Dopo aver inutilmente bussato alle porte di qualsiasi partito di centro destra, lo spazio residuale che gli è rimasto è quello di rimestare polemiche contro le amministrazioni progressiste per qualificarsi come possibile membro aggiunto della maggioranza qualora perda pezzi. Ma quello che molti non sanno è che Conte non avrebbe dovuto essere presidente della Commissione Trasparenza. Tutte le minoranze avevano concordato che quel ruolo, unicamente per i voti presi alle elezioni, spettasse a me. Il giorno in cui ci fu la votazione (io non c’ero perché ero in viaggio da qualche parte e non mi ricordo neanche dove), approfittando del ritardo degli altri membri della minoranza, Conte si autocandidò venendo votato dalla maggioranza (in un luogo di garanzia delle opposizioni!). Non ha certo sentito il bisogno di dimettersi e di scusarsi nel frattempo, o quantomeno di chiamarmi per chiedere il mio parere. Un comportamento politicamente miserabile specie se si considera che ha fatto per quattro volte il deputato. Sic transit gloria mundi, se mai di gloria si è potuto parlare ai tempi di Tremonti, Ruby, dello spread sopra i 1000pt, insomma della legacy del Conte deputato”.