Formia, Sant’Erasmo: tornano le giostre e le bancarelle – Dopo due anni di pandemia torna a Formia la magia e l’atmosfera della festa in onore di Sant’Erasmo. Tornano le giostre, tornano le bancarelle ed i panini con porchetta o salsicce da mangiare in strada, torna la voglia di aggregazione, tornano quei profumi e quelle sensazioni che ricordiamo e vogliamo rivivere.
Formia, Sant’Erasmo: tornano le giostre e le bancarelle – Il comitato per i festeggiamenti in onore di Sant’Erasmo Patrono di Formia in un post comunica il programma della festa: “Ecco il programma dei festeggiamenti in onore di Sant’Erasmo Patrono di Formia. Sperando sia gradito nonostante il poco tempo avuto a disposizione, ma comunque felici di iniziare a piccoli passi un cammino verso la normalità. Il Comitato Festeggiamenti vi augura buona festa e auspica, ancora una volta, il completo ritorno alla normalità e vi da appuntamento al prossimo anno in cui si spera di poter esprimere l’ampiezza della ultrasecolare festa a cui eravamo abituati fino a pochi anni fa.”
Formia, Sant’Erasmo: tornano le giostre e le bancarelle – 𝗣𝗥𝗢𝗚𝗥𝗔𝗠𝗠𝗔:
𝐌𝐞𝐫𝐜𝐨𝐥𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏° 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟏.𝟑𝟎 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐄𝐫𝐚𝐬𝐦𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐢 “𝐏𝐀𝐋𝐀𝐒𝐏𝐎𝐑𝐓 𝐏𝐎𝐎𝐇 𝐎𝐅𝐅𝐈𝐂𝐈𝐀𝐋 𝐓𝐑𝐈𝐁𝐔𝐓𝐄 𝐁𝐀𝐍𝐃” 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨
𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟐 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟏 𝐒𝐎𝐋𝐄𝐍𝐍𝐄 𝐂𝐎𝐍𝐂𝐄𝐋𝐄𝐁𝐑𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐄𝐔𝐂𝐀𝐑𝐈𝐒𝐓𝐈𝐂𝐀
𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟐 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖 𝐒𝐎𝐋𝐄𝐍𝐍𝐄 𝐏𝐑𝐎𝐂𝐄𝐒𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀
𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟐 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟗.𝟑𝟎 𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐀𝐂𝐎𝐋𝐎 𝐏𝐈𝐑𝐎𝐓𝐄𝐂𝐍𝐈𝐂𝐎 𝐞𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐫𝐨𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐌𝐀𝐓𝐓𝐄𝐈
𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟐 𝐆𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟐 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐄𝐫𝐚𝐬𝐦𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧 “𝐈 𝐃𝐈𝐒𝐂𝐎 𝐄𝐒𝐓𝐀𝐓𝐄 𝐁𝐀𝐍𝐃”
ARTICOLO CORRELATO – NEL 1897 GAETA SI SPACCO’ IN DUE E NACQUE IL COMUNE DI ELENA: Il Borgo di Gaeta, separandosi dalla zona di Sant’Erasmo, il 18 febbraio 1897, diventò comune autonomo, con Regio Decreto a firma di Re Umberto I, e prese il nome di Comune di Elena in onore dell’allora principessa Elena di Montenegro, sposa del principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia, futura regina d’Italia dal 1900, dopo il regicidio a danno del suocero. Erano trascorsi solo trentasei anni dalla caduta della dinastia regnante dei Borbone e la nuova casa reale cercava di legare il suo nome alla località che era stata il simbolo dell’eroica difesa dei diritti sovrani dell’ultimo sovrano borbonico. Ancora erano viventi molti dei gaetani che erano stati testimoni e protagonisti dei fatti legati ai bombardamenti indiscriminati ordinati dal Generale Cialdini, nominato da re Vittorio Emanuele II duca di Gaeta, beffarda ironia della sorte.
La spinta all’autonomia fu data dagli esponenti liberali: essi ricercavano infatti autonomia dall’antica amministrazione che rimaneva legata al passato borbonico. La richiesta di separazione, già presentata nel 1891, aveva avuto parere favorevole da parte del consiglio provinciale nel 1893; nuove richieste furono inviate al re Umberto I e al Ministro dell’Interno Francesco Crispi nel 1894 e nel 1895; la richiesta venne accettata nel 1897 e come confine fu presa l’allora strada della Madonna della Cappella, gli attuali Corso Cavour, Via Garibaldi e Via della Catena. Il nuovo Comune aveva sede nel Palazzo di Marzo, sul corso Attico. Il 4 maggio 1892 venne inaugurata la ferrovia Sparanise – Formia – Gaeta, che faceva uscire Gaeta dall’isolamento dalle vie di comunicazioni principali; il capolinea di Gaeta, situato sul confine dei due comuni, prese il nome Gaeta – Elena dal 1897 al 1927. Con Regio Decreto del 17 febbraio 1927, dopo una divisione di trent’anni, a seguito di un’ampia riorganizzazione territoriale i comuni di Gaeta e di Elena vennero uniti nuovamente sotto il nome storico di Gaeta. Ora vogliamo anche percorrere insieme ai nostri lettori la storia affascinante di questo borgo che ora viene identificato con il quartiere di Porto Salvo. Il centro abitato si sviluppò fuori dalle mura della città di Gaeta a partire dall’ottavo secolo, con il nome di Borgo Nuovo, per differenziarsi dal Borgo Vecchio, sorto in contrada Ariccia o Tesa, alle spalle dell’attuale ex Stabilimento della Santissima Annunziata. Clicca qui per continuare a leggere l’articolo.