Mercoledì 17 giugno i consiglieri comunali di Formia del Gruppo Consiliare di Forza Italia Eleonora Zangrillo, Gianluca Taddeo e Tania Forte hanno scritto al sindaco Paola Villa, al presidente del consiglio Pasquale Di Gabriele e al presidente della commissione ambiente Antonio Capraro in merito agli impianti acquacoltura nell’area sensibile del Golfo di Gaeta DGR 116 del 19 febbraio 2010, determinazione G09569 del 31 luglio 2015. I tre consiglieri chiedono: “la convocazione di una conferenza capigruppo congiunta con la commissione ambiente, al fine di convocare un consiglio comunale urgente avente ad oggetto gli impianti di acquacoltura insistenti nell’area sensibile del Golfo di Gaeta. Si rammenta che questo consiglio comunale, con delibera 41/2019, dava mandato al sindaco e alla giunta di verificare lo stato delle concessioni, di diffidare la Regione Lazio e di informare il consiglio comunale sullo stato di avanzamento della tematica in Regione”. Quindi aggiungono: “In data odierna, in risposta ad un’interrogazione in consiglio regionale al consigliere Giuseppe Simeone, l’assessore all’ambiente della Regione Lazio Enrica Onorati ha indicato una serie di studi in corso da parte della Regione che, attraverso il progetto AZA LAZIO, sta mappando i vincoli ambientali, paesaggistici e gli usi del mare nelle acque regionali, nonché gli impianti di acquacoltura attivi e quelli in disuso e ha comunicato che sono state avviate le consultazioni con gli stakeolder e i Comuni del territorio. Tutto ciò al fine di formulare il Piano di gestione dello spazio marittimo. A tale riguardo, l’assessore Onorati ha comunicato che a fine settembre 2020 l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – consegnerà il lavoro sul Golfo di Gaeta e sulle aree idonee e quelle interdette alla pratica della molluschicoltura e pescicoltura, fissando la fine lavori a giugno 2021, data in cui saranno individuate ulteriori aree su tutto il litorale laziale che potranno essere rese disponibili per nuovi impianti o delocalizzazioni.
Dopo di che, inizieranno i lavori in Commissione consiliare per l’esame e l’approvazione e, a seguire, ci sarà il passaggio in Consiglio Regionale per l’esame e l’adozione delle AZA, quali aree idonee all’esercizio dell’acquacoltura e alla rimozione degli impianti non utilizzati”. Quindi gli esponenti di Forza Italia concludono: “Va da sé che i tempi dettati dalla Regione non sono in linea con la data che stabilisce la proroga della delocalizzazione in offshore degli impianti, fissata al 31 dicembre 2020 (DGR116/2010) e che, conoscendo i tempi dalla pubblica amministrazione per l’adozione di un tale provvedimento, i tempi non potranno essere inferiori ad un anno, giugno 2022. Se questi sono i presupposti, occorre procedere d’urgenza e dettare una linea chiara in Consiglio Comunale, al fine di non consentire ulteriori proroghe. Appare dunque necessario: diffidare la Regione Lazio ad effettuare la delocalizzazione in offshore degli impianti di acquacoltura ricadenti nell’area sensibile del Golfo di Gaeta entro il termine prorogato e fissato al 31 Dicembre 2020, dando attuazione a quanto stabilito dalla deliberazione della Giunta Regionale 116 del 19 Febbraio 2010. Diffidare la Regione Lazio a rimuovere ogni causa di pregiudizio ambientale derivante gli impianti da delocalizzare attivi, inattivi o persino abbandonati che ancora insistono sullo specchio d’acqua del Golfo di Gaeta, il tutto entro il 31 Dicembre 2020. In caso di inadempimento da parte della Regione Lazio, provvedere sin da ora ogni azione giudiziaria utile al Comune di Formia e agire in giudizio contro la Regione Lazio per il suo inadempimento. In caso di persistente inadempimento, richiedere la nomina di un commissario ad acta che provveda alla delocalizzazione in luogo della Regione Lazio ed agire in giudizio per il risarcimento dei danni derivanti dal pregiudizio ambientale arrecato alla citta di Formia”. Indubbiamente la pazienza ha un limite. Non si può pretendere che questo tira e molla duri ancora due anni e non sapendo quale sia poi il risultato finale. Vi sono ancora collocati in acqua impianti in disuso o che andrebbero spostati a distanza dalla costa. Questa situazione di incertezza danneggia la comunità del Golfo e appare un gioco a rinviare sine die le decisioni. L’assessore si affida a studi ad hoc ma non sa che sul tema esistono, ormai, studi di alta professionalità e competenza? “Studere, studere, post …… quid valere?”