Gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Formia, coordinati dal loro dirigente Aurelio Metelli, hanno raccolto una richiesta di aiuto pervenuta al 113 da parte dei familiari di una persona che, seriamente preoccupati, segnalavano l’allontanamento da casa del congiunto per presunti problemi economici. Le operazioni di ricerca e di soccorso immediatamente attivate portavano a rintracciare l’uomo, attraverso il sistema di geo-localizzazione del telefono cellulare, in una zona montuosa al confine della provincia di Frosinone, tra i Comuni di Campodimele e di Pico dove, preso dallo sconforto, si era portato alla guida della propria autovettura. Una volta raggiunto e soccorso l’uomo si schermiva, negando l’esistenza di debiti e non collaborando affatto per l’identificazione degli strozzini. L’attività investigativa successivamente avviata dagli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Formia e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino – svolta con metodi tradizionali e con l’ausilio di indagini tecniche – consentiva di accertare che l’uomo, da ben due anni, era vittima di due usurai che, ognuno per proprio conto, approfittando del suo stato di bisogno, gli avevano prestato, in più occasioni, somme di denaro con successiva richiesta di restituzione ad un tasso di interesse anche superiore al 400% annuo.
Durante l’attività di intercettazione, emergevano chiaramente gravi minacce nei confronti della vittima onde costringerla a pagare i debiti e corrispondere i gravosi interessi usurari. E di conseguenza nella mattinata di giovedì 16 aprile agenti del Commissariato hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Cassino a carico dei due usurai G.F. e B.F., entrambi residenti a Formia, per i reati di estorsione e usura di cui agli articoli 629 e 644 del codice penale commessi, separatamente, ognuno nell’ignoranza dell’azione criminale dell’altro, nei confronti della vittima portata alla disperazione. Durante l’esecuzione della misura cautelare in carcere, le perquisizioni domiciliari hanno consentito di rinvenire gli effetti cambiari e gli assegni dati a garanzia dei prestiti e sono state sequestrate somme in contanti di denaro nonché l’autovettura e la motocicletta di uno degli arrestati a garanzia della restituzione degli interessi non dovuti, pagati dalla vittima. Tale sequestro preventivo, anche per equivalente, è secondo legge puntato a capitalizzare le somme utili alla reintegrazione dell’ingiusto danno economico subìto dalla vittima. Entrambi i soggetti sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Cassino, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. È da registrare che l’usura è divenuta una vera emergenza sociale, nel Lazio si calcola che siano a rischio quarantamila famiglie e che mentre dieci anni fa il debito medio di una famiglia sotto usura era di diecimila euro ora arriva tranquillamente ai quarantacinquemila euro. Quindi l’operazione degli uomini coordinati da Aurelio Metelli ha un’importanza significativa: è un monito per tutti coloro che vogliono arricchirsi contro ogni morale e violando il codice penale.