Formia, Centro storico di Mola: le associazioni scrivono al Sindaco – Associazioni: “Comitato Torre di Mola” – “Ioamoformia” – e i cittadini residenti scrivono una lettera al Sindaco di Formia. Di seguito il testo integrale: “Il centro storico di Mola, ivi compresi largo Paone e piazza Risorgimento, ha conosciuto negli ultimi dieci
anni una metamorfosi commerciale notevole. La diffusione delle imprese di ristorazione e di
somministrazione bevande è stata molto più alta rispetto a qualsiasi altro quartiere della città. Lo
spostamento e la sosta di migliaia di persone, lungo l’arco dell’anno, e la sosta in spazi oggettivamente
ristretti, hanno creato problemi di molteplice natura. Innanzitutto di sicurezza, in alcune festività dell’anno
e nei fine settimana. Le attività, soprattutto a tipologia bar e/o pub, in seguito alla normativa anti covid, in
molti casi sono state condotte, e lo sono tuttora, all’esterno dei locali. La diffusione di musica ad alto
volume, utilizzata per attrarre clienti, happening musicali improvvisati e sulla strada, la tipologia stessa
delle attività di somministrazione di alcolici, hanno prodotto seri problemi per la qualità del riposo e della
vita dei residenti. E’ facilmente comprensibile come questi fenomeni, lasciati crescere senza alcuna
regolamentazione, spesso, sconfinino in una “deregulation” intollerabile.
Se l’obbiettivo primario delle imprese è acquisire avventori, i residenti hanno la necessità di poter
continuare a vivere nelle loro storiche residenze. Ecco perché appare indispensabile conciliare diritti ed
interessi degli uni e degli altri, con una necessaria regolamentazione di tutte le attività svolte. Purtroppo,
ad oggi non ci sono regole: si installano diffusori sonori all’aperto aggrappati su sostegni di illuminazione
pubblica, tali diffusori non hanno certo lo stile dell’illuminazione del centro storico, luminarie di dubbio
rispetto delle norme vigenti lungo tutte le vie, dai cavi elettrici, in alcuni casi pericolosamente
abbandonati, pendono festoni e applicazioni di anni precedenti. Così si stratificano arredi e applicazioni
disparate, il cui risultato non abbellisce le vie ma le rende oggettivamente “cafone”.
Sebbene ci sia stato un incontro tra i comitati dei residenti e le imprese di “Borgo di Mola”, al fine di
condividere il progetto finanziato dalla Regione Lazio, nonostante l’accordo di massima ma con la sola
riserva circa la filodiffusione, abbiamo dovuto constatare proprio su quest’ultimo punto una forzatura, se
non proprio un atto di prepotenza, che è consistito nel montaggio di casse acustiche, in alcuni casi a pochi
centimetri da finestre e balconi delle residenze, e oltretutto senza le dovute autorizzazioni, ivi comprese
quelle relative al passaggio dell’impianto davanti alle facciate di proprietà private. Possibile che di un
progetto articolato in più istallazioni si va a cominciare dalla filodiffusione?
E non si venga a dire che si
perde il finanziamento poiché non è assolutamente vero. Il timore dei residenti è che la filodiffusione,
siffatta, vada ad aggiungersi a tutte le altre musiche diffuse all’esterno dei locali, malgrado il divieto della
normativa vigente in materia, alla viabilità indisciplinata, con accessi impropri di autovetture e ciclomotori,
a velocità sostenuta, alla mancanza di servizi igienici a fronte della notevole affluenza di avventori, che
spesso abbandonano bicchieri e lattine dappertutto, compresi rifiuti che alcuni residenti non smaltiscono
in coerenza con la raccolta differenziata.
Chi, se non la pubblica amministrazione, deve assicurare che vie e piazze storicamente prestigiose della
città debbano essere sicure e curate con buona pace dei cittadini e delle imprese? E’ appena il caso di
ricordare che la via Abate Tosti, in continuità con via Lavanga e parte di via E. Filiberto, fino a piazza
Risorgimento, rappresenta il sedime stradale dell’antica via Appia, oggi in procinto di essere riconosciuta
come patrimonio dell’umanità. Pertanto arredi, attività, uso del suolo, dovrebbero essere consoni a tale
riconoscimento. Per questo ci aspettiamo che ognuno faccia la propria parte, imprese e residenti ma anche
e soprattutto la pubblica amministrazione.”