Formia: Accessi al mare. Il diritto dei cittadini ad accedere alle spiagge e al mare – Un tema che puntualmente si propone all’inizio di ogni stagione balneare, laddove purtroppo molte delle aree costiere italiane, soprattutto le più belle, hanno subito nei decenni un inesorabile processo di privatizzazione di fatto, con la comparsa di muri, cancelli, inferriate e barriere di ogni tipo, poste a delimitare gli spazi di arenile dati in concessione per uso turistico-ricreativo, oppure posti a ridosso di proprietà private, abitazioni, alberghi. E nel nostro Golfo in vari punti o si impedisce l’accesso ai bagnanti o si chiede un pedaggio per accedere. Le leggi e la giurisprudenza dicono che tale diritto è e rimane inviolabile, essendo legato alla intrinseca funzione di uso pubblico del bene comune demanio marittimo, a prescindere dalla proprietà.
Formia: Accessi al mare – L’argomento consiste nel risolvere il problema di come garantire l’esercizio del diritto di tutti ad accedere al mare quando sulla stessa porzione di spiaggia insistano strutture balneari o di altro tipo, che derivino da concessioni o autorizzazioni amministrative. Il legislatore è intervenuto con la legge finanziaria 296/2006, che, all’articolo 1, comma 251, ha stabilito: “è fatto obbligo per il titolare delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso di transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”. Sulla stessa linea il Consiglio di Stato ha rigettato in due ordinanze distinte le istanze cautelari presentate da due operatori balneari di Ostia che si erano appellati contro il provvedimento predisposto dal Campidoglio, che imponeva la rimozione dei cancelli che ostruivano l’accesso libero alla spiaggia.
Formia: Accessi al mare – Dopo la decisione del Tar che solo un mese prima aveva definito la presenza dei varchi legittimi, il Consiglio di Stato ha avallato l’operato del Comune di Roma che era andato con le ruspe ad aprire i varchi. Tuttavia, la sentenza più eloquente si ha in materia penale, laddove la Cassazione ha ritenuto responsabili del reato di cui all’art. 1161 del codice della navigazione alcuni condomini che avevano nel corso degli anni eliminato attraverso la costruzione di abitazioni un’antica strada che consentiva a tutti di accedere al mare.