L’ultima segnalazione di odore nauseabondo di plastica bruciata in via Sparanise è arrivata proprio adesso ore 17:30 del 7 aprile 2023. Il problema dell’inquinamento da plastica bruciata è un tema che ormai ci riguarda tutti, soprattutto quando si tratta della salute del nostro ambiente. Nonostante le varie campagne di sensibilizzazione e le continue segnalazioni ai vigili del fuoco, alla polizia locale e ai carabinieri forestali, il fenomeno sembra non accennare a diminuire. L’ultima segnalazione riguarda la zona di Formia, in via Sparanise secondo tratto, dove l’odore di plastica bruciata sta diventando sempre più frequente. La cosa che sorprende maggiormente è che, nonostante l’attenzione e la costante denuncia da parte della redazione di questo giornale, l’ultima qualche settimana fa dal nostro sito tuttogolfo.it, nulla sembra essere cambiato. Siamo di fronte a un problema che, purtroppo, sembra essere comune in molte zone del nostro territorio. Anche in questa zona di Formia, pare che la situazione sia ormai fuori controllo. L’odore nauseabondo della plastica bruciata, che prima si avvertiva una volta ogni quindici giorni, è diventato sempre più presente e persistente.
La modalità di bruciare la plastica è cambiata, e ora i roghi sono più frequenti ma meno intensi. Questo non significa, però, che il problema sia stato risolto. Anzi, la quantità di diossina prodotta dai roghi è comunque elevata, e rappresenta un grave pericolo per l’intero ecosistema. Non solo gli abitanti della zona, ma anche tutti coloro che si trovano a km di distanza possono essere esposti a queste sostanze nocive. La plastica bruciata causa emissioni di sostanze tossiche nell’aria come ad esempio diossine, furani e benzene. Sono sostanze pericolose per la salute umana e verso le quali, se vi si è esposti in maniera massiccia, possono causare problemi respiratori e altri problemi di salute, fino ad arrivare al cancro. Il fenomeno può inoltre gravare sulla salute ambientale avendo un impatto sui terreni e sulle acque quando esso va ad aumentare il rischio incendi in zone adiacenti a sterpaglia oppure nelle vicinanze di un torrente.
Non è la prima volta che la redazione di questo giornale si occupa di questo problema. Già nel 2021 sollevammo dalle colonne di Golfo e Dintorni il problema sollevando e denunciando la questione alle autorità. Purtroppo, però, non sembra che questo abbia sortito alcun effetto. Chi continua a bruciare la plastica, lo fa impunemente e in maniera del tutto indisturbata.
È importante ricordare che l’inquinamento causato dalla plastica bruciata è un reato grave, punibile con pene anche pluriennali. Siamo quindi pronti a segnalare la questione alle autorità competenti, nella speranza che possano intervenire al più presto per fermare questa incivile e intollerabile abitudine. La legge non è un optional, e la tutela del nostro ambiente e della nostra salute deve essere una priorità per tutti noi. È il momento di smettere di pensare solo al nostro interesse personale, e di iniziare a prendere sul serio la questione dell’inquinamento ambientale e del rispetto civile delle leggi. Solo così potremo garantire un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni future.
Il nostro consiglio agli organi competenti è quello di munirsi di droni, al fine di individuare una volta per tutte la fonte ed eliminare il problema.