Mentre molti credono che siamo al “Tutti a casa. Sciogliete le righe”, la frase di congedo dalla leva militare attesa per mesi da ogni coscritto, il coronavirus continua a colpire in modo spietato in tutto il mondo. Siamo per giungere a due cifre da record: dieci milioni di contagiati, cinque milioni di guariti e mezzo milione di morti. Conduce la classifica gli Stati Uniti d’America con 2.560.000 contagiati, 783.000 guariti e ad oggi 127.000 deceduti. Il loro sistema sanitario fa acqua da tutte le parti, grazie al folle gesto del presidente Trump che ha demolito il sistema sanitario per tutti voluto dal predecessore Obama e, ancora, ha sottovalutato l’epidemia sin dall’inizio, per poi giungere a prendersi personalmente ogni giorno medicine con forti controindicazioni, anche se si rifiuta caparbiamente di mettersi la mascherina. Questo nel mondo, da noi molti credono che siamo a fine epidemia. Ieri sera, sabato 27 giugno, i giovani hanno affollato senza alcuna riserva precauzionale i loro locali preferiti in tutte le località del comprensorio del Golfo. Da Minturno a Formia, da Gaeta a Sperlonga. Eppure l’epidemia Covid-19 in molti paesi non arretra, anzi cresce. In altri cala ma c’è poco da stare tranquilli. I possibili scenari del futuro prossimo sono chiari a buona parte degli esperti. E per questo si possono affrontare meglio. Ammonisce Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – Oms, durante la partecipazione alla trasmissione televisiva Agorà, su Rai 3: “Questa pandemia si sta comportando come avevamo ipotizzato e il paragone è con la Spagnola che si comportò esattamente come il covid-19: andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata. E questa è la risposta alla lettera di esperti che hanno parlato di emergenza finita”.