Dalila con i suoi piccoli pappagalli

Un retaggio infantile e una passione mai sopita. Quella di Dalila Petrone, giovanissima allevatrice di pappagalli di Formia, è un amore che nasce fin da bambina grazie ai suoi nonni e che è riuscita a coltivare nel tempo diventando quasi un lavoro al servizio degli altri. 

“Non è sempre stato facile – ha ammesso Dalila – tra la scuola prima e il lavoro poi, stare con loro mi richiede tempo ed energia come se fossero dei bambini. Ho conosciuto tanti allevatori che sono da anni nel settore e sono iscritta all’associazione ACAU, Associazione Ciociara Allevatori Uccelli. Molte persone grazie al mio supporto e stando a contatto con me si sono rese conto di come si gestisce un pappagallo”.

Tra i vari consigli che Dalila da ai possessori di questo bellissimo animale, è in primis la gabbia: “La prima cosa importante è la gabbia. Per ogni tipo di pappagallo e ogni dimensione c’è una gabbia apposta, proprio per rispettare il loro spazio vitale e per evitare che l’animale possa impazzire e possa strapparsi tutte le piume. In quel caso si parla di auto-deplumazione. Per cercare di aiutarlo a recuperare il suo benessere c’è un lungo percorso”. 

Come allestire la gabbia? “No a carta di giornale perché con gli escrementi del pappagallo possono evaporare le stampe e gli inchiostri presenti e di conseguenza provocare un’intossicazione all’animale. Per questo esistono delle lettiere ad hoc per loro”. 

“Molto importante è un antiparassitario – ha spiegato – Ci sono molte tipologie universali che possono essere spruzzate anche nelle gabbie per prevenire la comparsa di acari e parassiti che non vediamo, l’importante è pulire per previene scabbia o otiti. Le ciotoline vanno pulite tutti i giorni”. 

E per chi li tiene sul trespolo con la catenella alla zampa? “Io non approvo la catena alla zampa, perché se il pappagallo prende il volo per la paura o per un qualsiasi motivo, c’è il rischio di prendere uno strappo muscolare o una slogatura alla zampa o parti ossee. Se viene sottovalutato porta problemi. Ci sono delle pettorine apposite, dai grandi ai piccoli esemplari, dove il pappagallo non vola via più di tanto, fa un giro in aria e poi torna sulla spalla”. Secondo Dalila poi è molto l’importante dare anche solo mezzora di attenzioni a questi animali: “Ci sono episodi in cui il pappagallo entra in uno stato depressivo e non capisce perché lo si ignora. Ci sono stati spesso esempi in cui il pappagallo smette di parlare o anche di mangiare e lì il nostro lavoro diventa fondamentale per la riabilitazione, ma è necessario non farlo mai arrivare in quello stato”.  

“Non è semplice avere un pappagallo – ha concluso infine – ma prima di acquistarlo consiglio di informarsi bene e prendere i giusti riferimenti da un punto di vista medico. Molto importante è la presenza di un veterinario, meglio ancora se esotico o aviario. Ci sono delle figure specializzate anche in zona che possono prendersi cura dell’animale”.