Salvaguardare i archeologici dell’acquedotto romano di Mola in Formia – Gaetano Antonio Quercia, leader del movimento “Attiva Cittadinanza Formiana “, ha inoltrato in redazione una lettera inviata alla  Sopraintendenza archeologia, belli arti e paesaggio e al Sindaco di Formia Gianluca Taddeo. Riportiamo di seguito il contenuto: “Si sottopone alla cortese attenzione delle SS.LL., per quanto di competenza, ovvero con preghiera di interessare eventuali, altri preposti organi a tanto deputati, l’indispensabile e urgentissima necessità di mettere in sicurezza i resti archeologici dell’acquedotto romano ubicato nel quartiere di Mola.
Infatti, considerato il grande interesse storico e archeologico del sito in oggetto di epoca romana in opus incertum, si devono, purtroppo, qui evidenziare le penose condizioni in cui versa ( come da allegata documentazione fotografica e archivistica ), nonchè l’imminente rischio di franare completamente in pezzi se non si interviene con estrema sollecitudine.


Salvaguardare i archeologici dell’acquedotto romano di Mola in Formia – A tal riguardo, a causa delle copiose piogge invernali, si segnala che i ruderi, oltre a essere miseramente circondati da sterpaglie, non sono più affatto sorretti a terra dai ponteggi posti ad ancoraggio delle arcate, come fotograficamente evidenziato.
Detti sostegni, di cui non si conosce né la logistica di provenienza e né gli eventuali  costi di nolo, sono ormai lì allocati da svariati anni senza alcuna revisione, ad imperitura memoria dell’inefficienza ed inerzia della pubblica amministrazione.
Fiduciosi in un sensibile e proficuo interessamento delle SS.LL. , si ringrazia anticipatamente per l’attenzione che gentilmente vorrà riservare alla presente istanza.”

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Il restauro del 1934 ne prevedeva il ripristino della sua funzione. Artefici: Felice Tonetti, Amedeo Maiuri e l’ing. Guido Liberace di Formia

Il 15 settembre del 1934, XII E.F., il Podestà di Formia Felice Tonetti , assistito dal Segretario Capo del Comune Dott. Francesco Renato Ingrao ( padre dell’On.le Pietro Ingrao ) , scrive di questo sito archeologico romano ” costituito da n. 25 pilastri a pianta rettangolare di mt 1, 50 x 1,62 ed alti in media mt. 3.55 fino al piano d’imposta degli archi , a tutto sesto , dello spessore di cm. 48 “.

Ne aveva già informato la Soprintendenza di Napoli chiedendo un contributo per un suo restauro il cui progetto , elaborato dall’Ing. Guido Liberace di Formia , prevedeva una spesa di Lire 43.000 + Lire 860 di onorari per la progettazione e direzione dei lavori a cura dello stesso tecnico.

Il Soprintendente alle Antichità della Campania e del Molise, Dr. Amedeo Maiuri , favorevole all’iniziativa, aveva già preannunciato ” un contributo di Lire 10.000 per cui iniziarono i lavori per :

” Il restauro dell’acquedotto Romano esistente in Formia , nell’orto Rubino, Contrada Maiorino, e per il funzionamento di esso acquedotto , allacciandosi alle sorgenti Mazzoccolo.”

La Sorgente” Mazzoccolo” venne collegata ad un ” ripartitore ” che oltre a servire l’acquedotto civico, con due canali alimentava la cascata di Via della Forma, e con un terzo canale, confluente in una tubazione in cemento lunga ml. 150, andava ad immettersi in un pozzetto connesso alla plurisecolare struttura romana che avrebbe così ripreso la sua originaria funzione.

Un’altra sorgente della zona, anche se più piccola e denominata “Nucci ” , serviva a soddisfare le esigenze idriche del vicino giardino con abitazione dei ” Filosa” .

Purtroppo gli eventi bellici successivi , le scelte scellerate del primo dopoguerra ( abbattimento di quindici arcate per creare spazio ad un Pastificio) e il persistente disinteresse amministrativo di tutti i sindaci che seguirono , hanno determinato lo stato pietoso attuale di questo sito archeologico che sta scomparendo giorno dopo giorno, assieme ad altri.

Dagli atti rinvenuti nell’Archivio Storico di Formia non si comprende bene se questo progetto fu realizzato oppure rimase inevaso in un cassetto.

Di certo il Podestà Tonetti autorizzo’ il pagamento della parcella, emessa ” per progettazione e direzione dei lavori ” , con firma sotto la frase ” Va bene”, in data 15 agosto 1934 anno XII E.F.

Se c’è stata la “direzione dei lavori ” è da ritenersi che la struttura di epoca romana , ora in evidente dissesto statico , deve aver ripreso, anche se per alcuni anni nel periodo prebellico, la sua originaria funzione negli anni trenta dello scorso secolo grazie alla volontà e all’instancabile Podestà di Formia : Cav. Felice Tonetti.