Il presidente Conte ha annunciato durante la conferenza stampa di domenica 26 aprile 2020, l’avvio della fase 2 che consiste nella riapertura delle attività commerciali, tra le quali, anche quelle nel settore della ristorazione che comprende bar, ristoranti e servizi di catering per i quali si ipotizzata la ripartenza per il 1° giugno.
Le proposte stilate dalla Fipe
Tra le prime proposte contenute nel protocollo stilato dalla Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, sotto la supervisione scientifica di un qualificato infettivologo, ben 35 pagine in cui sono elencate le procedure di sicurezza da applicare ai bar, ristoranti e ai servizi di catering. In generale, per garantire il più possibile la sicurezza e contenere al massimo potenziali infezioni sono previste regole per il personale e per i clienti nonché fissati obblighi di distanza di sicurezza, di minimo 1,5 metri tra i tavoli. Per il personale di sala e cucina è previsto l’obbligo di mascherine e di monitorare quotidianamente, da parte dei titolari, le loro condizioni di salute. Per quanto concerne i locali invece è prevista una maggiore attenzione per la pulizia e la sanificazione degli ambienti e l’obbligo di disporre gel igienizzanti, a disposizione di tutti, all’interno dei locali e dei servizi igienici. Per i clienti invece si ipotizzano accessi differenziati in entrata e in uscita e ovviamente l’obbligo di indossare la mascherina la quale potrà essere rimossa solamente mentre si consuma il pasto e successivamente dovrà essere rindossata.
Alcune linee generali dettate dalla Fipe
- Misurare la temperatura ad ogni cliente che entra nel ristorante, quindi munirsi di termometro laser
- Annotare i dati del cliente, ovvero la temperatura rilevata, i dati personali e annessa ora di entrata e uscita dal locale
- Avere del personale preposto per tali mansioni
- Se il cliente presenta una temperatura superiore ai 37 gradi bisogna rifiutarlo e chiamare il pronto soccorso
- Avere a disposizione all’entrata dei locali e nei bagni gel disinfettanti
- Il cliente deve indossare la mascherina che potrà essere tolta solo durante la consumazione dei pasti e una volta terminato il pasto dovrà nuovamente rindossata
- I tavoli dovranno essere distanziati per un minimo di 1,5 metri
- I clienti non possono mangiare uno di fronte all’altro ma solo uno di fianco all’altro
- Nel menu non potranno essere presenti cibi crudi
- Il locale dovrà seguire regolarmente procedure di disinfezione di tavoli, pareti e maniglie delle porte dopo ogni turno di servizio e annotare il tutto su un registro
- I dipendenti dovranno avere un modulo in cucina e in sala dove ogni volta dovranno annotare di aver igienizzato le mani e disinfettato tutte le superfici
- Camerieri e cuochi dovranno indossare guanti e mascherine
- I ristoranti che hanno una capienza di 50 coperti potranno ospitarne meno della metà mentre i ristoranti con spazi all’aperto probabilmente non potranno usarli, in base alle zone in cui si trovano, se in pieno centro o su strada.
Insomma alcune di queste regole ci sembrano chiaramente poco pratiche da applicare e abbiamo chiesto il parere di due ristoratori di Formia, in particolare, a rispondere alle nostre domande, Loredana Di Marco, titolare del ristorante “Al Sedano Allegro” situato in Via rotabile e Michele Chinappi, titolare del ristorante “Chinappi” in Via anfiteatro, i quali si sono attivati per effettuare il servizio di consegna a domicilio.
Cosa ne pensate delle linee guida dettate per la riapertura dei ristoranti prevista per il 1° giugno?
La titolare del ristorante Al sedano Allegro: “Ovviamente seguiremo le indicazioni, che ancora non sono state definite nel dettaglio dal governo, sia per quanto riguarda le indicazioni sui dispositivi di protezione, sia per il personale che per i clienti. Lavoreremo con un terzo della capacità dei coperti, che è più di quanto richiesto, distinguendo conviventi da non conviventi, in modo da allestire i tavoli nel migliore dei modi. Lavoreremo su tre turni, il che ci consentirà di non rimetterci economicamente anche perché non è nostra intenzione aumentare i prezzi per tutto il 2020 (anche se prima di tutto questo un piccolo adeguamento era in programma). Confidiamo nella comprensione dei nostri clienti che vorranno adattarsi ad una novità assoluta (l’adozione del turnover dei tavoli) e speriamo che tutto questo duri lo stretto necessario. Su questa situazione non si può avere nessun controllo, nessuna pretesa. Bisogna fare il necessario perché passi presto. A ciascuno di noi è richiesto (buon) senso civico, rispetto, anzi, empatia per il prossimo. Se ignoriamo tutto questo, non ne usciamo. Né presto, né bene”.
Il titolare di Chinappi: “Siamo da sempre molto attenti all’igiene, abbiamo addirittura dei dispensatori di collutorio nei bagni e non sarà per noi un problema applicare le regole poste dal governo sulla disinfezione e sanificazione dei locali ma ci sembra estremo cronometrare l’entrata e l’uscita dei nostri clienti, insomma andare al ristorante è un momento di relax e di convivialità, altrimenti non avrebbe senso recarsi da noi. Inoltre addirittura misurare la temperatura ci sembra un gesto poco carino nei confronti dei nostri clienti. Sicuramente cercheremo di essere in linea con le misure stilate dalla Fipe ma al momento ci sembrano poco chiare e poco fattibili. Infatti sarebbe strano non poter dare la possibilità di sedersi di fronte ai nostri clienti che giungono nel nostro ristorante in coppia nella stessa vettura. Ovviamente cerchiamo di affrontare positivamente questo momento e restiamo in attesa di ulteriori dettagli per la riapertura”.