Giorgia Picano è partita per New York subito dopo la nostra intervista dove ad attenderla, dall’altra parte dell’oceano, c’è il suo sogno, quello di lavorare nel modo della danza. La giovane formiana ha solo 24 anni ma sa perfettamente dove vuole arrivare e siamo sicuri che, attraverso la sua costanza e dedizione, riuscirà a realizzare il suo sogno di diventare una ballerina internazionale. Quando e come si è evoluta la sua passione ce l’ha raccontato lei, davanti un buon caffè italiano, forse, l’ultimo che ha bevuto, prima di partire per la Grande Mela.
Giorgia, quando è nata la tua passione per la danza?
Da bambina, all’età di quattro anni ho iniziato a studiare danza classica nella mia città, Formia, e a 9 anni, venni selezionata per studiare all’Opera di Roma ma rifiutai perché mi sentivo troppo piccola per compiere un passo così importante per la mia vita. Andai comunque avanti e mi appassionai a nuovi stili diversi dal classico, fino a trovare la danza jazz di cui mi innamorai subito.
Ma quando questa passione si è trasformata in una vero e proprio lavoro?
Quando il direttore della Compagnia francese Cie Ballets Jazz, Serge Alzetta, mi offrì un posto nella sua Compagnia, da lì ho iniziato a calcare i palcoscenici italiani e francesi. Ho continuato contemporaneamente la mia formazione nella loro accademia e studiando storia della danza, ho conosciuto le radici della danza jazz ed è iniziata a muoversi in me la curiosità per l’America. Azzardai così una decisione assurda, ovvero di fare domanda per la scuola più prestigiosa di danza moderna al mondo, The Ailey School, che si trova a Manhattan, e con gran stupore mi presero.
Dunque da quanto tempo è iniziata la tua esperienza americana?
Sono partita a fine agosto 2019 per fare l’audizione, poi a febbraio è arrivato il Covid-19 e non sapevo cosa fare: ritornare in Italia o restare lì ma per fortuna dopo pochi giorni mi arrivò la notizia che avevo superato l’udizione per la borsa di studio. Ero felicissima. Mi sono laureata a maggio 2022 e poi ho iniziato a ballare con diverse compagnie (Hanna Q Dance company, BBBallet, Incanto Production, Salvatore LaRussa Dance Theater) e infine ho iniziato ad insegnare. Cosa ti manca dell’Italia? A New York è tutto diverso, inoltre venendo da Nizza dove mi trovavo benissimo, avevo paura che avrei dimenticato la lingua francese. Dell’Italia mi manca tutto, anche il cibo italiano in America è
diverso, non ha lo stesso sapore. Quando sono in Italia, vorrei restare qui ma poi penso che lì sto crescendo e posso vivere con la mia passione. Chissà forse tornerò in Italia un giorno ma per il momento voglio continuare a danzare a New YorK.