| La visita di Irene Sparagna alla mostra dedicata a Nino Manfredi al Castello Baronale di Minturno Una visita quella che ha effettuato la candidata al Consiglio Comunale di Minturno, dottoressa Irene Sparagna nelle fila del Movimento Civico Minturno Libera, di cui è una voce che non passa certo inosservata, senza mai issare i toni, perché afferma: “la cultura non deve strillare per essere apprezzata, va decantata come un buon vino”, anche per omaggiare un cittadino “onorario” di Minturno dal 2008, ossia il grande attore, ciociaro di nascita, Saturnino “Nino” Manfredi, che ha scelto di collocare la sua residenza estiva nella famosa villa ubicata quasi a ridosso di uno degli spettacoli più belli della natura: la Spiaggia dei Sassolini. “Zona – precisa Irene Sparagna – che fortunatamente da diversi anni è sottoposta a vincolo ambientale in quanto all’interno del Parco Regionale Suburbano di Minturno e Formia, conosciuto anche come “Riviera d’Ulisse”. Dopo tanti anni la collettività si è riappropriata del Castello Ducale Caracciolo Carafa (che per progetti naufragati quasi subito proposti dall’allora Ismef aveva visto la cittadinanza in un certo qual modo depauperata di un suo patrimonio). Non va certo dimenticato che diversi personaggi illustri hanno soggiornato in questo edificio: nel 1272 ricordiamo San Tommaso d’Aquino, successivamente Alfonso d’Aragona che fece eseguire svariati lavori di restauro. Nel sedicesimo secolo Giulia Gonzaga, contessa di Traetto e di Fondi, una delle più belle donne d’Italia, ne fu proprietaria. Sul finire del 1600 fu acquistato da Adriano Carafa. Subì danneggiamenti nel 1799 per mano dei francesi e successivamente dal conflitto mondiale, fino ad arrivare alla sua storia più recente. Minturno è uno dei classici borghi che avrebbero il diritto di vedersi e rivedersi vissuti e rivissuti, riportando le voci di un tempo a riempire i vicoli e le arterie del suo stesso esistere”. Irene Sparagna evidenzia: “Occasioni come questa mostra sui “Cento anni di Nino Manfredi” hanno l’onore di riportare voce a quanti hanno dato lustro e onore a questa terra, ma che ancora di più fanno notare la scarsità di luoghi principe d’aggregazione culturale: come una sala cinematografica o teatro (ricordi datati le arene che aprivano i battenti con la bella stagione … l’Arena Vittoria, l’Arena Verdi, l’Arena Eden, l’Arena Eliseo, che ci hanno visto crescere; per i più giovani sembreranno archeologia, eppure sono stati anni propulsori di cultura per questa terra)”. Quindi aggiunge: “Da anni manca una vera biblioteca comunale (la più vicina è nel comune limitrofo di Formia) certo ne esiste una piccolina intitolata a Luigi Raus, alle spalle della Caserma dei Carabinieri di Minturno, ma sicuramente non al passo dell’evoluzione generazionale, forse troppo classicheggiante e poco coinvolgente per ragazzi che divorano altre tipologie letterarie come i manga – fumetti. Manca una realtà teatrale, se si vuole vedere uno spettacolo teatrale ci si deve recare, se non si ha voglia di andare lontano verso Napoli e Roma, verso Gaeta, Fondi, generando quindi una migrazione culturale verso altri luoghi, impoverendo al contempo i nostri territori”. Sottolinea: “Ringrazio l’amico e collega di eventi culturali Giuseppe Mallozzi, che da anni, come la sottoscritta, fa parte di un costruttivo volano socio culturale, con eventi cultural-intellettuali che si rinnovano anno dopo anno, e con la convinzione sempre più forte di quanto sia difficile creare eventi culturali, siano essi cinematografici o letterari come i miei, dando voce e presenza nel territorio di un mondo che diversamente non avrebbe potuto arricchirci. Spesso nella nostra storia della filmografia italiana abbiamo dato paternità ad alcune scene di film che hanno visto attori come il Principe Antonio De Curtis “Totò”, Il conte di Montecristo nella Spiaggia dei Sassolini (tanto apprezzata da Nino Manfredi), fino ai nostri giorni dove sono state girate alcune scene di Gomorra, o alcuni ragazzi a girare videoclip per i loro brani musicali da veicolare sui social. Questo dovrebbe fare un promotore della cultura, cercare di essere sempre un passo avanti con le voci delle nuove generazioni, amalgamando storia tradizioni e novità”. E infine conclude: “Ho avuto la fortuna di visitare questa realtà voluta per celebrare il centenario della nascita del famoso attore Nino Manfredi, figlio della nostra terra, anche se è nato in provincia di Frosinone, insignito della cittadinanza di Minturno tanti anni fa, esattamente nel 1998, quando allora era sindaco Paolo Graziano e c’erano anche altre autorità che avevano investito moltissimo sulla cultura, sul folclore, tra cui anche mio padre l’avvocato Gennaro Sparagna, in anni precedenti non era stato da meno sia con l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Minturno – Scauri, sia come convinto difensore di questa terra che in lui e in me sono fortemente radicate. Passeggiare nel centro storico di Minturno è sempre una emozione, la mente viene riportata ad un tempo che fu, dove antiche botteghe si intrecciavano ad odori delle massaie che sprigionavano i profumi semplici della vita. Irene Sparagna, che da sempre ama questa zona della città, ha voluto spiegare il senso di una tutela del centro storico, da far riportare a nuova vita, attraverso degli interventi importanti: “Per quanto riguarda il paesaggio del comune di Minturno, con le sue indiscutibili bellezze collinari, che affacciano il loro film ogni giorno sul nostro golfo, ed in particolare i vicoli del centro storico, mi piace sempre potermi fermare e vedere, anche volendo, fotografare i vicoli stessi, osservandoli sotto una luce diversa, anche se li ho percorsi tantissime volte, hanno sempre la peculiarità di entusiasmarti perché sono i vicoli dove è passata veramente la vita, con i vecchi portoni con chiavistelli storici, immaginando che dietro quelle porte sia trascorsa la vita di chi ha fatto grande e ha investito in questo Comune che poi si è sviluppato per motivi anche commerciali sulla zona marittima. Una delle mie aspettative, qualora possa essere eletta in Consiglio Comunale, sarebbe quella di ricreare quelle che sono le manifestazioni che hanno fatto grandi questi vicoli, con i giochi storici o altro, e che hanno avuto il loro splendore nel passato, ma come tutte le cose belle, purtroppo, se non ci sono i mezzi, e le volontà promotrici economiche, tendono a scomparire. Questa è una delle caratteristiche che mi piacerebbe rivedere nel comune, non soltanto a sprazzi, ma in continuità, come la formazione di antiche botteghe storiche d’artigianato o altro, che potrebbero riportare vita attraverso le vecchie tradizioni culinarie, e sicuramente farebbero più grande questa zona”. La manifestazione “Tanto pe cantà” mi riporta in testa quel ritornello che almeno una volta nella nostra vita ha riecheggiato tra le nostre canzoni popolari, magari non conoscendo tutta la storia che la rese popolare, che inneggia se vogliamo anche al fluire della vita, basta che ci sia la salute, un friccicore ‘n core, per fa la vita meno amara… si intonavano stornelli con una chitara … E quanno er sole scenne e more Me sento ‘n core cantatore/ La voce e’ poca ma ‘ntonata/ Nun serve a fa ‘na serenata/ Ma solamente a fa ‘n maniera/ De famme ‘n sogno a prima sera …// questa strofa pare sposarsi perfettamente con quanto il golfo e la fortuna del nostro territorio sappiano regalarci ogni giorno e questo dovrebbe fare la politica che parte dal basso, senza i tecnicismi peculiari del palazzo, questo dovrebbe fare il politico non politicante – saccente, tornare a guardare tutti o la maggior parte del tutto ad altezza di sguardo, mai dall’alto verso il basso, essere portavoce “del popolo” e non pubblicitari di un supermercato globale, il popolo deve ancora avere il potere di decidere e non di essere deciso”. | |