“Mentre con la seconda ondata del Covid in diversi Paesi, partendo dagli Usa, venivano utilizzati in maniera massiccia i monoclonali, l’Italia ha ignorato quei farmaci che venivano prodotti proprio da un’azienda italiana, la Bsp di Latina Scalo. E come se non bastasse sempre l’Italia li ha anche rifiutati quando la Eli Lilly, la multinazionale per conto di cui produce la società farmaceutica pontina, li ha proposti gratuitamente, salvo poi acquistarli a prezzo pieno, vicenda quest’ultima oggetto di un’indagine della Corte dei Conti.
Non mi rassegno a non avere risposte a simili scelte. Non lo faccio vedendo quanti morti ha causato il virus e quanti cittadini, nella stessa provincia di Latina, sono stati ricoverati per settimane in condizioni critiche. Il ministro della salute Roberto Speranza deve dare delle spiegazioni e a tal fine ho presentato un’interrogazione. Ma non è tutto. I monoclonali, anche una volta approvati, sono stati infatti impiegati poco e con criteri poco chiari. Nel report dell’Aifa di ottobre si parla di appena 12.016 prescrizioni. In base a quanto si apprende dalla stampa, oltre 60mila fiale di monoclonali, corrispondenti ad almeno 30mila trattamenti, sono inoltre in scadenza, rischiando di finire nella spazzatura, con uno sperpero notevole di denaro pubblico e senza che quei medicinali possano essere impiegati per evitare i ricoveri di quanti vengono colpiti dal Covid.
Tanto che l’Italia li ha anche regalati alla Romania. La curva dei contagi sta tornando a salire è non si può tollerare un tale modo di agire. Attendo una risposta dal ministro Speranza e mi auguro che sia tale da dissipare i troppi dubbi”. A dichiararlo Raffaele Trano (L’Alternativa C’è), membro della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.