È una sensazione strana quella che prova un giornalista quando scrive un pezzo di cronaca sapendo che poco dopo potrebbe essere già vecchio, superato dagli eventi che incalzano. È inutile che ci nascondiamo dietro al dito della terminologia scientifica, stiamo vivendo un’epidemia. Ricordo quando bambino vedevo il terrore negli occhi dei miei genitori per la poliomielite che stava colpendo tanti bambini. Una malattia infettiva contagiosa, epidemica, virale, con localizzazione elettiva dell’agente morboso nei centri motori del midollo spinale, che provoca la paralisi flaccida dei muscoli innervati e in seguito la loro atrofia; detta anche paralisi infantile. Poi da giovane genitore vissi l’epidemia di colera e tutti in fila al palazzo municipale, adulti e bambini, per ricevere il vaccino.
Ora il 2020 ci ha regalato il coronavirus. Gli untori erano i cinesi. Poi abbiamo scoperto che noi italiani siamo bravi a farci male da soli. Una donna di 54 anni, dicono infermiera, minturnese emigrata a Cremona, si è mossa tra di noi con più zelo di un turista coreano, alla ricerca di siti da fotografare. Siamo tutti a rischio. Le notizie si diffondono con celerità, le massaie che una volta si scambiavano confidenze al mercato o al lavatoio comunale sono state sostituite dai cellulari. E così apprendiamo – con le opportune verifiche da effettuare – che dei sei sanitari entrati in contatto con la signora quattro sono in quarantena. A Itri un caso (risultato poi negativo), a Fondi un ottantenne grave intubato e trasferito a Roma, a Gaeta un quarantanovenne (risultato negativo al terzo tampone). E le autoambulanze con personale attrezzato che vagano sul territorio. E a Cassino presso il San Raffaele un ottantanovenne.
Il prefetto di Latina ha bacchettato ieri i sindaci e oggi il governo nazionale chiude le scuole sino al 15 marzo. Stamattina all’Istituto Nautico su 750 studenti ne erano presenti soltanto 130. Il sindaco del Comune di Gaeta Cosimino Mitrano definisce “il governo nazionale incapace. I Comuni esautorati, i sindaci vanno rispettati perché ci mettono la faccia. I primi cittadini si sono comportati con responsabilità, il premier Giuseppe Conte chieda scusa. Noi rispettiamo le disposizioni nazionali ma Conte e i suoi siano più umili”.