“46 anni fa, veniva rinvenuto il corpo del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, in via M. Caetani -RM-, all’interno di un’auto strategicamente posta a breve distanza dalle sedi della DC e del PCI.
La strage di Via Fani e il sequestro passato alla storia come il “Caso Moro”, furono compiuti emblematicamente nel giorno in cui il Parlamento era chiamato a dibattere e votare la fiducia a un Governo di solidarietà nazionale appoggiato, per la prima volta dal 1947, dal Partito comunista italiano, per la costituzione del quale il presidente della DC si era fortemente impegnato.
Un’inedita finestra di dialogo politico, che la DC aveva stretto con il PCI, (passata alla storia come il “compromesso storico”) è costata il sequestro, la prigionia e l’uccisione di Aldo Moro, e con lui i due carabinieri ed i tre poliziotti che viaggiavano sull’auto di scorta durante l’agguato.
Una drammatica pagina di storia che ha segnato profondamente l’Italia del dopoguerra. Oggi più che mai riteniamo sia essenziale fare memoria di una tale vicenda, in quanto solo conoscere la nostra storia ci permette di essere più consapevoli del nostro presente.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella qualche anno fa in un intervento pubblico ha detto che “Aldo Moro è l’Italia del valore umano” e noi condividiamo a pieno tale concetto; è per questo che avremmo preferito che i nostri giovani vedessero intitolata una piazza o una via del nostro territorio ad una figura da cui c’è molto da imparare come Aldo Moro piuttosto che a qualche altro personaggio politico da cui magari era meglio non prendere esempio.
La vita, non solo politica di Aldo Moro, è stata sempre contraddistinta da una “tenace mediazione” profondamente fondata su solidi valori cristiani di libertà e giustizia.
Ebbene l’augurio oggi è che il ricordo del suo sacrificio possa essere un faro per vivere con coraggio nella società civile secondo quei valori democratici per cui Aldo Moro si è battuta tutta la vita.” Lo comunica IL GRUPPO CONSILIARE PD ROSATO GIUSEPPE , CARDILLO GIANCARLO e IL SEGRETARIO PD FERDINANDO ORLANDI