Il nostro Golfo ha un rapporto privilegiato con il pescato, sia pesce o frutti di mare. Il mare è nel dna dei cittadini del Golfo. Quando alla darsena di Scauri attraccano i pescatori ad attenderli vi sono gli agricoltori locali e iniziano i baratti. Si stabilisce quando frutti della terra in cambio di pesce azzurro o nobile pescato del Golfo. Ormai vi sono precisi parametri di valutazione. Oggi è tutto mutato ma esiste per residenti e turisti decine di ristoranti d’eccellenza. La pesca è sacra sin dall’origine dell’uomo. Per gli Elleni divinità sacre proteggevano pescatori e l’abbondanza del pescato. Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo, ricorda che il 21 novembre, si è celebrata in tutto il mondo la giornata mondiale della Pesca.
Dichiara: “Una data dall’importante significato simbolico e sociale al fine di porre l’attenzione su un comparto strategico per l’economia, l’ambiente e la nostra comunità, ma che attualmente si trova a vivere una crisi preoccupante, con conseguenze dirette per l’alimentazione umana, la biodiversità marina e l’equilibrio degli ecosistemi. L’urgenza di un’azione coordinata e internazionale è più che mai evidente. La pesca, non a caso, rappresenta una risorsa fondamentale per la nutrizione e la sicurezza alimentare di miliardi di persone ma lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, la pesca clandestina, e l’inquinamento stanno rapidamente deteriorando i mari, mettendo al contempo a rischio non solamente l’equilibrio della fauna marina, ma anche il sostentamento di milioni di lavoratori, che vivono grazie a questa attività.
In questa ottica, è chiaro ed evidente che, se non si agisce subito, gli effetti saranno ancora più drammatici: mari svuotati di biodiversità, economia in caduta, crisi alimentari e danni irreparabili agli ecosistemi marini. Senza contare che siamo in un periodo storico delicato, minacciato dal cambiamento climatico. Confeuro dunque intende rivolgere un appello a tutte le istituzioni affinché si lavori globalmente per la regolamentazione e la sostenibilità del settore pesca: da norme più stringenti contro le pratiche illegali all’investimento su tecnologie innovative, dalla formazione dei pescatori a provvedimenti globali per ridurre l’inquinamento marino. Insomma è improcrastinabile un impegno collettivo per rendere la pesca un vero pilastro della sostenibilità. E questo attraverso la sinergia e la collaborazione tra governi nazionali, organizzazioni internazionali, categorie professionali, stakeholder privati e cittadini”. Il nostro Golfo di Gaeta vede la pesca e i prodotti ittici tra le maggiori risorse economiche senza trascurare l’indotto turistico.