Con l’avvicinarsi della data di inizio delle lezioni, prevista per il 14 settembre come ha ribadito la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina su Facebook, si fanno più pressanti dubbi e domande su quel che potrebbe accadere. In relazione al recente incremento di contagi tra i giovani, infatti, il governo ha deciso di chiudere le discoteche per evitare la formazione di assembramenti; la scuola, luogo di socialità per sua stessa natura, potrebbe subire la stessa sorte?
Scuola, il documento dei tecnici
In Germania, dove le scuole hanno già riaperto, alcuni istituti sono stati chiusi a causa del Covid. Sorge spontanea la domanda su cosa potrebbe succedere in Italia se un alunno dovesse risultare positivo al coronavirus. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione, della fondazione Kessler e delle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna stanno redigendo un documento che dovrebbe sciogliere tutti i nodi rimasti sul tema scuola. Nella bozza delle linee guida, come riporta La Repubblica, si legge: “Un singolo caso in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata”.
Scuola, cosa succede se un alunno ha i sintomi
Stando alle indicazioni contenute nella bozza, se durante una lezione un alunno presenta i sintomi del Covid-19, tra cui febbre a 37,5° o più, tosse, cefalea, problemi di olfatto, gusto, respiratori), deve essere avvisato il referente scolastico, che a sua volta contatterà i genitori dello studente.
Nel frattempo, il caso sospetto sarà trasferito in una stanza di isolamento appositamente allestita in ogni istituto scolastico; se ha più di 6 anni dovrà indossare la mascherina, e dovrà esserci un adulto a monitorarlo a debita distanza.
Una volta sopraggiunti i genitori, sarà loro premura contattare il medico di famiglia o il pediatra, tramite il quale informare l’Asl del caso sospetto per richiedere il tampone.
Cosa succede se l’alunno è positivo
Se l’alunno risulta effettivamente positivo, nel documento si legge che “si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni per la sanificazione straordinaria della struttura scolastica”. Tutti i contatti stretti dell’alunno, compresi compagni di classe e insegnanti con cui ha interagito nelle 48 ore precedenti, saranno posti in quarantena per 14 giorni. In tal caso sarà avviata la didattica a distanza per la classe in isolamento domiciliare, come riporta La Repubblica.
Cosa succede se un docente è positivo o se ci sono assenze sospette
Se un docente manifesta i sintomi, invece, dovrà indossare la mascherina e lasciare la scuola per poi avvisare il medico. Qualora risultasse positivo, scatterebbe la procedura di indagine epidemiologica: la quarantena per alunni e contatti sarebbe a discrezione dell’Asl.
Nel caso si verifichino assenze sospette – il documento riporta un numero di assenze pari al 35.40% del totale – il referente scolastico è tenuto a comunicarlo alla Asl di riferimento.
Quanto all’eventualità che un’intera scuola chiuda i battenti, nel documento si legge che “dovrà essere valutata dal Dipartimento in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus nella comunità”. Un caso singolo non dovrebbe dunque comportare la chiusura.