Dal 1° settembre è entrato in vigore anche nella regione Lazio l’abolizione del superticket, per tutti e per tutti i redditi, la quota aggiuntiva di dieci euro prevista per le prestazioni sanitarie specialistiche.
Una misura, attesa da anni, realizzata con risorse extra Fondo Sanitario Nazionale con la quale, aveva più volte affermato il ministro Roberto Speranza, che si è cancellata una vera e propria tassa sulla salute.
Prevista nell’ultima manovra, l’abolizione è diventata legge il 23 dicembre e vale circa 165 milioni di euro nel 2020 e 490 per gli anni successivi. Con questa novità si cancella una tassa che ha pesato soprattutto su chi ha meno possibilità di curarsi.
“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici – ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza – siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione”.
Resta invece, per chi non è esonerato in base al reddito, il costo del ticket, variabile a seconda delle prestazioni e pari a circa 30 – 35 euro.
Molte le Regioni che, in tutto o in parte, già lo avevano abolito: la prima a farlo era stata l’Emilia Romagna, nel luglio 2018, per redditi fino ai 100.000 euro lordi, l’ultima la Lombardia, dal primo marzo 2020.