Il presidente del Consiglio Regionale del Lazio di Italia Nostra Onlus il docente universitario Franco Medici (nella foto di copertina seduto al centro) ha tenuto una relazione di ampio respiro all’incontro on line del 22 luglio scorso della Regione Lazio al “focus group risorse idriche e adattamento ai cambiamenti climatici”. Ha rilevato: “Nelle tubazioni di Acea ATO2 entrano (dati 2018) 24.600 l/sec (24,6 m3 /sec) di acqua, corrispondenti a quasi 500 litri al giorno per ogni abitante (4,3 milioni) della città metropolitana. Un valore altissimo, che va verificato approfondito e verificato dal punto di vista scientifico. Lo spreco maggiore è dato dalle perdite nelle tubazioni che sono per ATO 2 intorno al 45%, tuttavia il record nazionale delle perdite spetta, probabilmente, all’ ATO5 (provincia di Frosinone), sempre gestito dall’ACEA, con più del 70%. Tutti i dati di base su cui poggiano le argomentazioni devono essere resi pubblici, se non si conoscono a fondo le situazioni di riferimento è difficile avanzare delle ipotesi per il futuro ed effettuare correttamente i bilanci idraulici. Nel supplemento n.1 al B.U.R. n. 59 del 7 maggio scorso, la Direzione Lavori Pubblici Stazione Unica Appalti Risorse Idriche e Difesa del Suolo della Regione Lazio dichiara ammissibile al procedimento un’istanza dell’ACEA ATO2 che chiede di aumentare “temporaneamente” di 190 litri al secondo (L/sec) il prelievo dalla sorgente del Pertuso, nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, tutelata anche da un sito specifico della rete europea Natura 2000 (IT6050029). Il prelievo si aggiunge ai 360 L/sec concessi in via “emergenziale e provvisoria”. ACEA potrà così assorbire l’intera portata, privando il fiume Aniene dell’ultima sorgente naturale, e del minimo flusso vitale per la vita biologica del fiume. Non è il caso prima di aumentare i prelievi di eliminare le perdite in rete? Devono essere, inoltre, rese pubbliche e di semplice consultazione tutte le concessioni per i prelievi. La privatizzazione dell’acqua in questi ultimi anni viene apertamente messa in discussione dalle popolazioni, riconosciuta come un errore da molte amministrazioni, e revocata in molte località del resto d’Europa. La Regione Lazio non riesce a monitorare il livello idrometrico dei laghi laziali, non sono disponibili rilevazioni continue nel tempo né per il lago di Bolsena, né di Bracciano, né per il lago Albano e di Nemi. La rilevazione è affidata a privati ed al volontariato vedi il sito https://braccianosmartlake.com/rilevamento-quota-lago/ Da ultimo si ricorda che il Tribunale di Civitavecchia ha chiesto, a seguito di denunce, tra le quali quella del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, il rinvio a giudizio dei vertici di ACEA ATO 2 per disastro ambientale in relazione all’abbassamento dei livelli idrometrici di riferimento del lago di Bracciano, l’udienza preliminare è fissata per novembre 2020. Cosa farà la Regione Lazio in difesa dei laghi laziali e del lago di Bracciano in particolare?” Da quanto si legge possiamo dire che Acqualatina è in buona compagnia. Utilizzando un’espressione scolastica: è ovunque un pianto greco. Sino a quando potremo andare avanti?