Come giornalista avverto il dovere di rendere omaggio e di segnalare ai distratti e ai disimpegnati di sempre l’esempio che ci ha dato con la sua morte l’avvocatessa Ebru Timtik. Cosa ha più senso oggi in Turchia, trascorrere anni e anni in carcere o lasciarsi morire per denunciare una condanna ingiusta? Pone questa domanda e tante altre la serie impressionante di morti per sciopero della fame che scandisce la cronaca quotidiana della Turchia moderna fondata dal padre della patria Ataturk.
L’attuale despota Erdogan sta riportando indietro le lancette dell’orologio della storia e il paese da mesi sta precipitando in nuovo medioevo.
Dopo i tre componenti della band musicale Grup Yorum, a spegnersi è stata l’avvocatessa Ebru Timtik, in carcere dal 2018 con una condanna, senza alcuna colpa, a 13 anni e mezzo per reati connessi al terrorismo, Ebru Timtik era in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale e aveva dato inizio 238 giorni fa al percorso che l’ha condotta alla morte. Assieme a un altro avvocato e compagno di lotte, Ayraç Unsal, anche lui in sciopero della fame da più di 200 giorni, Ebru Timtik reclamava un processo equo, in quanto l’accusa nei suoi confronti si basava sulla testimonianza di una persona che successivamente si era dichiarata non attendibile a causa delle sue condizioni mentali.
Per le parole dello stesso testimone malato mentale altri 16 avvocati sono stati processati e condannati a un totale di 159 anni di carcere.
Ebru Timtik era un avvocato impegnato in cause scomode: conflitti ambientali e sindacali, violenze e maltrattamenti a carico di donne fino agli abusi avvenuti nel corso delle proteste di Gezi Park.
Le sue condizioni erano gravissime da giorni, ma l’istanza di scarcerazione avanzata dai suoi legali una settimana fa era stata rifiutata. Per Ebru Timtik e il suo collega era da giorni un susseguirsi di appelli e attestati di solidarietà; secondo i magistrati non era in pericolo di vita, pesava soltanto trenta chili.
Ora è una donna libera, presso l’Eterno che accoglie cristiani, ebrei e islamici Ebru Timtik ha senz’altro un posto privilegiato, lo ha guadagnato con la sua sete di giustizia e di libertà.
Non ti dimenticheremo… mai.