Sanità pontina: “Liste di attesa improponibili. Pronto soccorso sempre sotto forte pressione” – Soltanto il 54 per cento delle persone che ha chiesto al Cup una colonscopia totale in urgenza breve – da effettuare entro dieci giorni – è riuscita a sottoporsi all’esame. Percentuale che scende al 40 per cento se un uomo o una donna ha prenotato una Tac al torace. Mentre per una ecografia al capo in urgenza breve i distretti della Asl pontina hanno potuto assicurarla soltanto al 17 per cento dei richiedenti; è andata meglio a quel 53 per cento di persone cui è stata assegnata l’urgenza differibile – che prevede una visita dai 30 ai 60 giorni – e peggio a quel 33 per cento che avrà l’agognata visita entro quattro mesi. Questo e altro è contenuto nell’approfondimento che la Uil di Latina ha realizzato per monitorare la qualità della sanità pubblica pontina analizzando i dati pubblici pubblicati sui siti regionali.
“Spulciando i dati del monitoraggio di ottobre relativi alle prenotazioni per esami specialistici – afferma Luigi Garullo, Segretario generale della Uil di Latina – possiamo affermare con relativa certezza che la nostra sanità, al netto di alcune eccellenze come cardiologia e, di sporadici interventi di miglioramento, non gode di buona salute, come rilevato recentemente anche da autorevoli studi”. Ma le sorprese negative non finiscono qui. Altri numeri emergono dalla nostra rilevazione: per un ecodoppler infatti poco più della metà di chi lo richiede può sperare di ottenerlo entro quattro mesi, mentre il 57 per cento delle donne che richiedono una ecografia al seno urgente resta esclusa. La metà degli utenti che ha richiesto la prima visita chirurgica vascolare aspetterà più di due mesi. Allarmante anche la bassa percentuale (29 punti) per sottoporsi prima visita oncologica nei primi tre distretti. “Va specificato però – afferma Garullo – che quando si parla di urgenza differibile che dovrebbe essere evasa entro 120 giorni, in realtà i tempi reali sono ancor più lunghi. Per una ecobilaterale alla mammella, ad esempio, la prima data disponibile è giugno del 2025, mentre per una visita oculistica pediatrica siamo a gennaio 2026”. Stesso discorso vale per le liste di attesa interne all’ospedale, rispetto alle quali spesso non si liberano posti letto perché i pazienti devono fare un esame diagnostico per poter essere appunto dimessi.
E che dire degli accessi ai Pronto soccorso? stamattina al Goretti tra codici rossi, arancioni, azzurri, verdi, trattamenti soste in barella con tutti i problemi che questo comporta, alle ore 12.50 erano presenti oltre 94 pazienti “. Un carico di lavoro delicato – spiega il sindacalista – che dovrebbe essere svolto celermente e in condizioni ambientali adeguate, soprattutto ampliando il personale specializzato che opera nei pronto soccorso e che invece è sempre sottodimensionato rispetto alle reali necessità”. Necessità che si deducono anche dal confronto con molti ospedali romani come il Santo Spirito con 22 presenze, il San Filippo Neri con 43 e il Sandro Pertini che alla stessa ora contava 75 presenze.
Sanità pontina: “Liste di attesa improponibili. Pronto soccorso sempre sotto forte pressione” – E’ chiaro che ciò accade perché tante persone sono costrette a rivolgersi alla struttura ospedaliera del capoluogo. Tutto ciò anderebbe modificato intervenendo nel breve periodo per migliorare il funzionamento delle strutture esistenti, colmando le carenze di personale, dei macchinari, di attrezzature sanitarie, di infrastrutture digitali e, nel lungo periodo realizzando nuovi ospedali. “Su quello di Latina e quello del Golfo non ci risultano però tutte le risorse necessarie per la loro realizzazione – specifica il Segretario – né progettazioni esecutive o cronoprogrammi che definiscano in maniera chiara i tempi di realizzazione”.
“Andrebbe potenziata la medicina territoriale, smaltite le lunghe liste di attesa – conclude Garullo – La nostra purtroppo è una sanità piena zeppa di condizionali e carente di certezze quotidiane. La realtà quotidiana, al di là dei sogni ad occhi aperti è ben diversa. Auspicando che le odissee di chi oggi fa i conti con una sanità pubblica ridotta al lumicino diventino presto un brutto ricordo, che però ha dominato la scena da decenni, facendo salire in cattedra il profitto e lasciando indietro chi non ha potuto permettersi un esame specialistico a pagamento dal privato”.