Nuove ansie e paure a causa del coronavirus. Quintuplicati i casi di contagio degli under 18. Si stanno amplificando gli appello ai giovani di maggiore prudenza. Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha dichiarato pubblicamente: “Molti amici mi chiedono di fare un appello ai giovani del nostro Paese. Lo faccio più che volentieri, considerando che l’età media dei contagiati si è abbassata. Carissimi Giovani, dimostrate di essere la parte migliore di questa società, mai più assembramenti, vi prego! Guidate in prima linea questa ‘guerra’, che vinceremo sicuramente, anche e soprattutto dimostrando di saper applicare le regole con disciplina e senso del dovere. Fate attenzione a come si stanno formando i nuovi contagi, proteggete i vostri genitori ed i vostri nonni con un atteggiamento di responsabilità. Tenete alta la guardia! Usciremo da questa situazione anche grazie alla vostra forza e voglia di costruire insieme un mondo migliore. Da questa negatività tiriamo fuori il meglio di noi!” Ebbene le sagge parole di un medico specialista ospedaliero, con un curriculum scientifico di ben 22 pagine, da molti sono state sui social manipolate, fraintese, offese. Pazzesco, veramente pazzesco. Molti commenti si sono scatenati sul passaggio “mai più assembramenti”, come se il medico Vaia lo prescrivesse per l’eternità. Nulla di tutto questo. Il luminare parla di una guerra da vincere. Ma perché si vuole alterare il significato dei discorsi, è vergognoso prendere un paio di parole, estrapolarle dal contesto e attaccare senza mezzi termini colui che le ha pronunciate o scritte. I testi vanno letti nella loro interezza, contestualizzati e poi valutati. E sovente coloro che criticano, i leoni della tastiera, difettano con la lingua italiana, l’analisi logica e la capacità di scrivere. Se si attacca un’autorità scientifica in questo modo significa che siamo alla frutta. Molti vogliono vivere la stagione estiva come meglio aggrada loro e, per questo, insultano coloro che li ammoniscono a comportamenti responsabili dell’altrui incolumità, in sostanza dell’intera comunità alla quale appartengono. Don Diana ammoniva: “Io mai tacerò, per amore del mio popolo”.