In questi giorni la Regione Lazio, tenendo anche conto delle indicazioni provenienti dalle Province, dovrebbe approvare il piano regionale di dimensionamento scolastico con cui programmare l’organizzazione di tutta la rete scolastica regionale.
Nel Consiglio Provinciale del 20 dicembre è stato approvato il piano di dimensionamento per la Provincia di Latina per l’anno 2024\2025: abbiamo votato e condiviso la proposta di non apportare nessuna modifica all’attuale organizzazione scolastica chiedendo alla Regione di mantenere le attuali Autonomie Scolastiche senza alcun intervento di accorpamento degli Istituti o di perdita di Dirigenze Scolastiche.
Il Decreto ministeriale chiede il taglio di 53 autonomie scolastiche per il Lazio per il triennio 2024-2027. Inizialmente le linee guida della Regione prevedevano una riduzione di 14 istituzioni per il prossimo anno, successivamente la Giunta Regionale ha deliberato che i tagli dovranno essere sin da subito 37.
La Provincia di Latina negli anni passati ha svolto già una corposa riorganizzazione della sua offerta scolastica. L’unico istituto del nostro territorio sottodimensionato è l’Istituto Comprensivo di Ponza, che attualmente accoglie un numero di studenti leggermente inferiore al limite dei 400 alunni necessario per avere un Dirigente scolastico nei territori svantaggiati e nelle isole.
Nella delibera approvata dal Consiglio Provinciale, si chiede di conservare questa importante Autonomia scolastica: ci auguriamo che anche la Regione Lazio faccia lo stesso riconoscendone la peculiarità e difendendone l’esistenza sul tavolo con il Ministero.
Perdere l’Autonomia di Ponza significherebbe mettere a rischio l’esistenza stessa di un presidio scolastico sull’isola e verrebbe meno il principio costituzionale di garantire l’istruzione su tutto il territorio nazionale anche nei luoghi più periferici.
Il tema del dimensionamento scolastico non può essere affrontato con criteri esclusivamente economici: l’organizzazione degli istituti e delle Dirigenze scolastiche dovrebbe garantire la migliore offerta formativa possibile, non il rispetto di semplici medie aritmetiche. La scuola è il luogo principale dove si possono combattere le diseguaglianze, meriterebbe un’attenzione diversa rivedendo radicalmente i criteri con i quali viene pianificata l’intera rete scolastica.