L’Ente Parco Monti Ausoni grazie ad un finanziamento dell’Assessorato Ambiente della Regione Lazio si appresta ad attuare un progetto di azioni e interventi a difesa del patrimonio naturalistico e socio-culturale della Sughereta di San Vito a Monte San Biagio. In programma anche la ricerca a cura dell’Università della Tuscia. Annuncia il Presidente Bruno Marucci dell’Ente Regionale Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi: “Lo scorso venerdì 15 maggio con mia deliberazione è stata approvata e trasmessa alla Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette della Regione Lazio la documentazione della proposta progettuale ‘Azioni, strategie ed interventi per la conservazione del patrimonio naturalistico e socio-culturale della Sughereta di San Vito’, sita nel Comune di Monte San Biagio e all’interno del Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi”. La proposta progettuale è stata elaborata dal personale dell’Ente Parco e prevede un finanziamento complessivo di 300.000 euro per cui è stato chiesto sostegno alla Regione attraverso un trasferimento di risorse. Tra le azioni in programma c’è quella della ricerca scientifica, per la quale è prevista nel progetto la stipula di un Contratto di Ricerca tra l’Ente Parco e il Dipartimento per la Innovazione nei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
Obiettivi prioritari del progetto sono la lotta e il contenimento dei danni causati dall’attacco di patogeni particolarmente virulenti tra cui il Phytophtora cinnamoni, agente causale del cosiddetto “Mal dell’inchiostro” delle querce, quali appunto le sughere. A tal proposito l’Ente Parco, da sempre impegnato nel perseguire una avveduta gestione del territorio di sua competenza, già nel febbraio del 2015 ha attivato un tavolo tecnico a difesa della Sughereta di San Vito anche a fronte delle problematiche fitosanitarie, coinvolgendo il Comune di Monte San Biagio, la Direzione Regionale Agricoltura, Servizio Fitosanitario Regionale e Innovazione in Agricoltura nel Lazio, il Corpo Forestale dello Stato (ora Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri), il Dipartimento di Protezione delle Piante (ora Dipartimento per la Innovazione nei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali) dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e associazioni che operano in campo ambientale quali Legambiente. La Regione Lazio si è dotata di un sistema di aree naturale protette che hanno prioritariamente, tra le loro finalità istitutive, la tutela degli habitat, la conservazione delle specie animali e vegetali e degli ambienti con un rilevante valore naturalistico.
E le Sugherete di San Vito e Valle Marina sono individuate quali Sito di Interesse Comunitario (SIC), con richiesta di designazione quale Zona Speciale di Conservazione (ZSC) ai sensi della Direttiva europea “Habitat” del 1992, e sono incluse interamente nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Monti Ausoni e Aurunci” ai sensi della Direttiva europea “Uccelli” del 1979. Insomma stiamo parlando di un’area di straordinario valore naturalistico che, con i suoi circa 300 ettari, rappresenta la più importante ed estesa sughereta dell’Italia peninsulare. Un bosco ad alto fusto di Quercus suber, una quercia sempreverde tipica degli ecosistemi costieri del Mediterraneo occidentale, dove si innalzano monumentali alberi secolari. Stiamo parlando di un sito che è parte di un network ecologico paneuropeo, la Rete Natura 2000(di cui il 21 maggio, ricorre la Giornata Europea), nata appunto dalle due Direttive comunitarie: “Uccelli” ed “Habitat”. Come stiamo sperimentando in questi giorni di emergenza sanitaria, i problemi legati ad un non buono stato di salute della natura – conclude il Direttore dell’Ente Parco Lucio De Filippis – sono problemi che non conoscono confini, sono di fatto ‘problemi in comune’, problemi di tutti. E per tentare di risolvere questi problemi, o quanto meno contrastarli e attenuarli, esiste soltanto una strada: agire tutti insieme, a tutti i livelli, istituzionali e individuali. Ed è proprio così che vogliamo farlo anche con e in questo progetto”. Italia Nostra Onlus tramite la sua delegazione di Fondi, recentemente costituita, intende proporre all’Ente Parco la sua disponibilità.