Unghie spezzate e peperoncino negli occhi, nel Casertano l’asilo degli orrori. Arrestata coppia
Due 35enni ghanesi sono finiti agli arresti domiciliari, per mesi hanno tenuto in un appartamento di Castel Volturno 11 minori che erano stati loro affidati dai genitori
I castellani che vivono a trenta chilometri dalla riva destra del fiume Garigliano si guadagnano continuamente gli onori della cronaca e, sinceramente, trattandosi di un comune che ricade nel territorio della Repubblica Italiana fa tremendamente male raccontare i fatti di cronaca che si verificano.
Castelvolturno conta circa trentamila abitanti che si debbono confrontare quotidianamente con illegalità diffuse e fatti di cronaca che scandalizzano.
Un territorio su un litorale che fa parte integrante del Golfo di Gaeta.
Alzi la mano chi leggendo il servizio che segue ritiene adeguato per i due responsabili gli arresti domiciliari.
Dovrebbero andare subito nelle patrie galere e qualcuno aggiungerebbe: e che si buttino le chiavi.
Chi maltratta e tortura dei bambini non merita nessuna tolleranza, nessuna attenuante, nessuna clemenza.
I due protagonisti sono in Italia senza permesso di soggiorno e se si rendono irreperibili come – ad esempio – i familiari della povera ragazza pakistana massacrata dai suoi congiunti chi li va a prendere nel profondo Ghana?
Riprendiamo le cronache dal quotidiano La Stampa ma tutti i quotidiani nazionali ne hanno parlato: Più che un asilo, era un luogo di violenza e sopraffazione in cui i bimbi venivano “parcheggiati” anche per giorni dai genitori, e lasciati in balia di un uomo ed una donna che non avevano né la formazione né i modi degli educatori, costretti ad essere privati del cibo e a subire vere e proprie torture, come la rottura delle unghie e l’inserimento di peperoncino negli occhi.
È raccapricciante quanto emerso a Castel Volturno (Caserta) dall’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere e della Polizia di Stato.
I poliziotti della Squadra Mobile di Caserta hanno rintracciato e arrestato in un appartamento del comune del litorale casertano, marito e moglie ghanesi di 35 anni, sprovvisti di permesso di soggiorno, ritenuti i gestori dell’asilo abusivo, un luogo degli orrori realizzato in un’abitazione privata, dove venivano instaurate ferree “regole”, e i bimbi che non le rispettavano venivano puniti severamente.
Alla coppia è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, per il reato di maltrattamenti in famiglia pluriaggravati in concorso.
La struttura da incubo era stata scoperta alcuni mesi fa, e in quella circostanza i poliziotti della Squadra Mobile di Caserta avevano trovato undici bimbi nigeriani che i genitori, in cambio di una retta, avevano affidato alla coppia ghanese perché garantisse ai bimbi vitto e alloggio, e ovviamente li accudisse nel migliore dei modi; si accertò subito che l’asilo era abusivo, e scattò il sequestro, con i bimbi che furono affidati a strutture protette messe a disposizione dai servizi sociali del Comune di Castel Volturno.
Sin da subito si capì che dentro quelle stanze si erano consumate tremende violenze; i bimbi erano impauriti, ammutoliti, alcuni presentavano segni di violenze sul corpo.
Tra mille cautele, sono così partite le indagini sulla struttura abusiva da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della Squadra Mobile di Caserta.
Determinanti per lo sviluppo dell’inchiesta si sono rivelate le testimonianze delle piccole vittime, di cinque e sei anni; dalle loro parole è emerso un quadro dell’orrore.
I genitori dei bimbi – è emerso – non sapevano nulla di quanto accadeva tra le mura dell’asilo abusivo, ma comunque lasciavano i figli in custodia alla coppia anche per giorni; molti di loro non hanno il permesso di soggiorno, fanno lavori saltuari e precari e qualcuno è dedito ad attività illecite, così poteva capitare che qualche genitore non andasse a riprendere i figli.
Gli inquirenti hanno accertato che la coppia che gestiva l’asilo usava metodi violenti con tutti i bambini, ed in particolare con tre piccoli che non volevano adeguarsi alle ferree “regole della casa”; i tre avrebbero subito punizioni corporali, venendo privati del cibo e dell’acqua, denudati e internati in stanze prive di luce e riscaldamento, picchiati con bastoni e mazze di ferro.
A qualcuno è stata spezzata un’unghia, o messo del peperoncino negli occhi.
Le violenze sarebbero andate avanti per mesi, fino all’irruzione della Polizia.