Fondi – Trova il fratello cadavere nel bagno. I carabinieri seguono una pista ben precisa – In data 09 giugno c.a. a Fondi (LT), i Carabinieri della Tenenza di Fondi (LT) in collaborazione con i
Carabinieri del dipendente N.O.R. – Aliquota Operativa, erano intervenuti in un’abitazione dove un
cittadino classe 60, aveva rinvenuto presso l’abitazione del fratello classe 62, prono al suolo
all’interno del bagno tra la doccia e il water, il corpo senza vita dello stesso.
Sul posto intervenne il personale del 118 che ne ha constatato il decesso, non fornendone le
cause.


Fondi РTrova il fratello cadavere nel bagno. I carabinieri seguono una pista ben precisa РSu disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Latina, D.ssa Martina TAGLIONE, ̬
intervenuto il medico legale competente che, eseguiva l’esame autoptico che ha fatto emergere
concreti elementi per ricondurre la morte a un’aggressione patita dal 62enne, nei giorni precedenti.
Sono in corso attive indagini da parte dei carabinieri, coordinate dall’Autorità Giudiziaria che seguono una pista ben
precisa.

ARTICOLO CORRELATO – Formia: minaccia il figlio con una roncola. Intervengono i Carabinieri per evitare il peggio – In data 22 giugno c.a. a Formia (LT), i Carabinieri del dipendente N.O.R.M. -Sezione Radiomobile hanno
deferito in stato di libertà, un cittadino classe 40 residente a Formia (LT), per il reato di detenzione abusiva
di armi od oggetti atti ad offendere. In particolare, durante la notte precedente, su richiesta pervenuta al numero d’emergenza 112, i Carabinieri


sono intervenuti presso l’abitazione della vittima, un uomo di anni 52, che affermava di essere stato
aggredito dal proprio padre per motivi legati ad alcuni dissidi familiari.
Gli operatori hanno così potuto constatare che la vittima indicasse nel proprio congiunto l’autore nei suoi
confronti di minacce con l’uso di arnesi da taglio.

La successiva perquisizione consentiva di poter rinvenire nella disponibilità dell’anziano della roncola
verosimilmente utilizzata per minacciare la persona offesa.
Questo ha portato al deferimento del responsabile in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria ed
al sequestro dell’arnese considerato un oggetto atto ad offendere pari ad un’arma.
Evitato il peggio dunque, il personale della Benemerita si è assicurato che padre e figlio fossero condotti in
luoghi separati, escludendo così la possibilità di ulteriori conflitti.