I Comuni sono come una grande famiglia dove si decide quale priorità dare alle uscite, in virtù delle entrate e delle capacità di indebitamento. Il bilancio è suddiviso in capitoli e, purtroppo, il più “magro” è puntualmente quello da cui attingere le spese sociali. Eppure la nobiltà e la solidarietà di una comunità si misurano dalla capacità di essere vicini a coloro che sono in difficoltà. Risparmiare sul servizio mensa scolastico tagliando testa e coda dell’anno scolastico non è una cosa buona e giusta.
Essere distratti tutto l’anno sul destino dei senza tetto non ci fa onore. Nel periodo natalizio si monta una tenda nell’area portuale, si concede una proroga e poi si dice ai barboni “da stasera non tornate, il servizio è finito. Nelle case vi sono ancora raccolte di panettoni e pandori ma la festa è finita, arrangiatevi, poi se vi beccate una bronchite o una polmonite rivolgetevi al pronto soccorso del Dono Svizzero”. Alle comunità cittadine costano annualmente molto di più i servizi di canile che l’assistenza alla povertà.
Ai cani un tetto e un pasto sempre garantiti, agli esseri umani nulla di tutto questo. Non è lecito più praticare da tempo una siringa indolore ai cani dopo aver atteso per un logico lasso di tempo un’eventuale adozione (con profondo rispetto per gli animalisti), ma parimenti è lecito negare alle famiglie povere quanto necessario per acquistare una bombola per cucinare, il pagamento della bolletta di energia elettrica, l’acqua consumata. E ogni volta che un’utenza viene staccata poi bisogna sostenere ingenti spese per il riallaccio. Visite mediche specialistiche alle quali bisogna rinunziare per mancanza di denaro, libri scolastici con dolore rifiutati ai figli, e potremmo continuare. E le ville comunali come il Parco De Curtis totalmente prive di panchine dove una mamma o un nonno possano sedersi mentre i figli giocano. Soluzione? Una festa in meno, una sagra cancellata dal calendario, e maggiore solidarietà. Che gioia si può provare nell’assistere ai fuochi d’artificio quando sappiamo che vi sono famiglie che hanno difficoltà a vedere la fiamma dei loro fornelli o debbono rinunziare a qualsiasi forma di riscaldamento anche in pieno inverno?