Il 31 ottobre 2018 è una data triste nella storia turistico – alberghiera della città di Formia e dell’intero comprensorio del Lazio Meridionale. Ha chiuso i battenti dopo quarantaquattro anni il Grand Hotel Castello di Miramare. Il grande imprenditore Angelo Celletti e sua moglie Anna Dolci hanno avuto quattro figli: Carlo, morto poco tempo dopo la nascita, quindi Carla, Maria Luisa e Antonio. La figlia Maria Luisa viene strappata alla famiglia da un male incurabile diciottenne. Un dolore indicibile che spinge il papà a cercare nuovi luoghi dove sperimentare le sue capacità imprenditoriali, evadendo da dove ogni cosa le parla di lei. Cerca di acquistare Villa Maria Teresa a Vindicio, ma le Suore, che ancora hanno il complesso turistico, lo anticipano. Quindi nel 1972 punta a una struttura abbandonata in località Pagnano, al di sopra del centro urbano di Formia. È un edificio realizzato all’inizio del novecento e che richiama la struttura di un castello. È di proprietà di una famiglia umbra residente a Roma; Angelo Celletti contatta Aldo Baldoni che si rifiuta di vendere ma gli cede volentieri in locazione il fabbricato. Qui il capostipite dei Celletti trova le sue ragioni per reagire al lutto, pensando al futuro di Carla e Antonio. Ogni giorno di buon mattino si alza e si reca a Pagnano dove segue la direzione dei lavori, sino a impegnarsi personalmente con gli operai. Due anni dopo la struttura è pronta per essere inaugurata. Non vi è più traccia del primitivo caseggiato dove razzolavano le galline a piano terra e i corvi su finestre e balconi. E così Angelo ha sfogato il suo mal di vivere di padre realizzando un fiore all’occhiello della ricettività alberghiera di Formia e non solo. Poi nell’economia familiare dopo la morte del patriarca assunse la direzione della struttura la figlia Carla,
mentre Antonio si insediò al Grande Albergo Miramare, ex proprietà personale della Regina Elena di Savoia, e Giorgio Celletti, fratello di Antonio, al Fagiano Palace Hotel. Dopo Giorgio nella stessa struttura vi sono le figlie di Carla, particolarmente apprezzate, Francesca Romana e Luisa. Al Grand Hotel Ninfeo di Gaeta il coniuge di Carla l’ex dipendente bancario Bruno D’Andrea. Ora a fianco di Antonio al Grande Albergo Miramare vi è la figlia Angelica, deliziosa nel suo approccio con la clientela e i nuovi mezzi di comunicazione. Gli altri figli Giuliana e Antonio sono impegnati negli studi, rispettivamente universitari e liceali. Negli ultimi anni si è acceso un confronto serrato tra i Celletti e le due figlie di Aldo Baldoni, morto da tempo. Sono state ritenute esose le richieste delle proprietarie per vendere o rinnovare il canone di locazione della struttura alberghiera. Alla fine loro malgrado i Celletti hanno gettato la spugna ed è iniziato lo smantellamento dell’intero complesso alberghiero con trasferimento dei beni mobili presso le altre tre strutture di famiglia. Nostalgica appare oggi la scheda di presentazione del Castello che ospitava la struttura dell’hotel con un suggestivo sguardo d’insieme sugli stupendi panorami dell’intero golfo di Gaeta. Immerso in un lussureggiante parco, ricco di specie arboree e di giardini fioriti, l’hotel ha offerto sino ad oggi ai suoi clienti eleganti camere in stile spagnolo. Per i clienti più orientati verso offerte turistiche di particolare impatto era possibile richiedere di alloggiare nella torre del castello, in una splendida camera disposta su due livelli che rendeva indimenticabile il soggiorno nell’area di Gaeta. L’eleganza della struttura ricettiva risultava particolarmente evidente nei di
versi spazi nei quali era diviso il ristorante, nel quale specialità gastronomiche di particolare raffinatezza venivano servite nella cosiddetta sala rustica, nella sala delle feste e soprattutto sulla magnifica terrazza che consentiva di godere dei piaceri di una gastronomia di classe superiore, ammirando l’incantevole panorama offerto dalla baia antistante. Disponibile anche una sala che si affacciava direttamente sul verde del parco privato, che era detta per questo il gazebo, che offriva la possibilità di organizzare eleganti party o semplicemente di sorseggiare un drink approfittando della fresca aria del giardino. La posizione riservata del castello, vicina al litorale, era raggiungibile con una gradevole passeggiata tra la vegetazione mediterranea delle colline di Formia. Destinazione ideale per tutti coloro che desideravano approfittare dell’offerta turistica del litorale laziale, lasciando alle spalle una calda giornata di mare e risalire verso il castello per accomodarsi sulla panoramica terrazza a sorseggiare un aperitivo alla calda luce del sole che tramonta. Cosa resterà
del parco, curato nei minimi particolari dal 1972 in poi dalla famiglia Celletti? Si prevede un triste futuro. Doveroso nel concludere ricordare il ruolo determinante di Carla, che era la “la castellana” impeccabile, che accoglieva la clientela e la seguiva in ogni esigenza. Per la sua professionalità ha anche ricevuto l’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica Italiana.