Nostradamus, pseudonimo di Michel de Nostredame, alle volte in francese Notre Dame o in occitano Miquèl de Nostradama, raramente in italiano seicentesco Michele di Nostradama, è stato un astrologo, scrittore, farmacista e speziale francese. È nato il 14 dicembre 1503, Saint-Rémy-de-Provence, e morto il 2 luglio 1566, Salon-de-Provence, dove è sepolto nella Collégiale Saint-Laurent. Ogni volta che ci troviamo dinanzi a un evento eccezionale alcuni studiosi vanno a consultare le profezie del grande astrologo francese. In una delle quartine della sua grande opera Le Profezie, ha avvisato su un’epidemia che avrebbe colpito una serie di città in Italia.
La quartina 75 della centuria III recita: “Pau, Verona, Vicenza, Saragozza, Di sangue terre irrorate da lunghe spade: Al gran guscio peste immensa verrà, Soccorsi vicini (ma veri) rimedi ben lontani”. In un’altra quartina, Nostradamus menzionava una “grande epidemia” e la città di Lucca (centuria III, quartina 19): “Sangue e latte in Lucca, pioverà, Del pretore un po’ prima del cambiamento, Fame e sete, guerra, gran peste si vedrà Dove rettor e loro principe lontano morirà”. L’epidemia è menzionata anche in relazione alla Francia, dove in questo momento ci sono parimenti contagiati e decessi. Nella quartina 56, Nostradamus scrive: “Montauban, Avignon e Beziers, A fine marzo peste, tuono e grandine: Di Parigi ponte, Lione mura, Montpellier, Da sei cento e sette XXIII parti”.
Ma c’è qualcosa di vero dietro le affermazioni di Nostradamus? Per gli esperti, ha dato un grande contributo alla medicina e alla letteratura del suo tempo, il resto sono solo leggende. Secondo Brian Dunning, autore del podcast Skeptoid che si occupa dei miti più popolari, svelando la vera scienza e la vera storia dietro di essi, le previsioni di Nostradamus richiedono un grande senno di poi per essere collegate agli eventi che accadono nel mondo. Dunning sostiene che le scritture di Nostradamus siano distorte e non siano vere previsioni del futuro: “Le scritture di Nostradamus sono sfruttate con traduzioni ambigue e sbagliate, interpretazioni creative, scritti ingannevoli, racconti fittizi e la rottura di codici inesistenti all’interno delle sue quartine contribuiscono tutti ad un vasto corpus di opere, tutte sbagliate e molte volte più grandi di tutto ciò che Nostradamus abbia mai realmente scritto”. Conclude Dunning: “Michel de Nostredame è stato davvero una delle brillanti luci del suo tempo, ma condividere storie false e leggende urbane è una mancanza di rispetto all’uomo che era davvero. Apprezzate i suoi contributi alla medicina e alla letteratura del Rinascimento e non banalizzate le sue buone opere in favore di una presunta storia di poteri magici paranormali”.
Ma la letteratura ci offre molti pretesti per costruire collegamenti. È da evidenziare il romanzo del 1981 “The eye of Darkness” di Dean Koontz, in cui si racconta la creazione di un virus letale nei laboratori di Wuhan, cittadina cinese da cui è effettivamente partito il corona. Il virus Wuhan – 400 venne definito dall’autore “un’arma perfetta che colpisce solo gli esseri umani”. Allo scoppio del coronavirus, la società editrice Fanuzzi ha curato la traduzione del romanzo, che arriva nelle librerie italiane sotto il titolo di “Abisso”. Profezie meno precise, ma che trattano la diffusione di un virus letale, arrivano dalla sterminata filmografia: Resident Evil, Io sono Leggenda, World War Z, per citare alcuni titoli. Non potevano mancare i Simpsons, la regina delle serie preveggenti. Gli autori hanno dedicato l’episodio 21 della quarta stagione alla diffusione di un virus dall’Estremo Oriente, sbarcato a Springfield tramite un pacco postale su cui aveva starnutito un dipendente asiatico. Durante il regime fascista Benito Mussolini avvertì l’ambasciatore italiano a Shangai, conte Galeazzo Ciano, di un pericolo giallo affermando: “Invaderanno il mondo con la loro smisurata prolificità, con i loro prodotti a basso costo e con le epidemie che coltivano al loro interno”. Mussolini ha errato molte sue valutazioni ma sulla Cina, forse, ha visto lontano.