Sono tanti i beni confiscati alle organizzazioni criminali e spesso non riutilizzati, per tanti motivi, diventando solo un costo per i Comuni, ma questo non è il caso della villa di Acquatraversa a Gianola, che da immobile scomodo è diventata Una Casa giusta. “Una casa giusta ” è il progetto dell’Associazione Temporanea d’Impresa, composta da tre associazioni, che si è aggiudicato, nel 2017, il bando indetto dall’Amministrazione per l’affidamento in concessione del bene per sei anni, con una possibilità di proroga di un massimo di 20 anni. La villa che sorge su un terreno di 2.333 metri quadri, composta da due piani ed uno interrato per una superficie lorda di 870 metri quadri, da ormai tre anni ospita la cooperativa sociale onlus “Alternata silos” che si occupa dell’accoglienza di donne rifugiate e dell’accoglienza temporanea di minori in condizioni di emergenza e la cooperativa sociale onlus “Nuovo Orizzonte” assieme all’associazione di promozione sociale onlus “L’Aquilone” che si occupano di fornire attività di formazione rivolta a persone con disagi psico-fisici. Tra le attività promosse molti corsi propedeutici in vari settori: dall’inglese all’informatica, dal teatro alla musica, dall’editoria alla manipolazione, fino alla creazione e il mantenimento di un orto sociale da poter realizzare negli spazi verdi che circondano la villa. Tutti i laboratori sono stati attrezzati con postazioni e collegamento internet mentre al primo piano è stato realizzato uno spazio di coworking rivolto per le associazioni locali che non hanno una sede, ed infine è stata realizzata una sala riunioni. Un progetto ambizioso non solo perché dimostra come realtà diverse possano in armonia coesistere e addirittura assistersi a vicenda, ma anche perché fa ben sperare nella possibilità di poter riutilizzare altri i beni confiscati tra Minturno, Formia e Gaeta.
Villa confiscata alla camorra ad Acquatraversa. Ex dimora estiva dei casalesi da tre anni è “Una casa giusta” per l’inclusione e l’accoglienza
Concessa a tre associazioni dal 2017 è diventata un luogo di interazione tra diverse realtà associative per l’inclusione e l’accoglienza di donne rifugiate, minori e persone con disabilità