Raccontiamo ai nostri lettori la storia di due trentaquattrenni all’attenzione della cronaca nelle ultime 24 ore e che ci inducono a lanciare un appello accorato. “non scherzate con il fuoco”, il covid-19 è subdolo, infido, incalzante. Su Facebook un messaggio di cordoglio: “Ci mancherai tantissimo, eri un punto di riferimento, sempre disponibile con tutti, sempre in prima linea nelle varie iniziative dell’oratorio e del paese”. È struggente il tributo che Casnigo, nel bergamasco, di manzoniana memoria, riserva a un suo cittadino, Christian Persico, 34 anni, che dopo 5 mesi di terapia intensiva nulla ha potuto contro il Covid-19 e complicazioni sopraggiunte. Il giovane si è spento all’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dove era ricoverato dal 20 marzo. “Un doveroso grazie”, è il saluto su Facebook dei suoi compaesani, che avevano già pianto ad aprile un altro loro concittadino 36enne, Emiliano Perani, cugino di Christian, anche lui morto per coronavirus. Volontario in oratorio, suonatore di baghèt, appassionato di fotografia e montagna. Perito elettrotecnico, si era sposato soltanto a giugno di un anno fa. Era in ospedale dal 20 marzo per coronavirus. Al Papa Giovanni era giunto in condizioni critiche e subito era stato ricoverato in terapia intensiva. Proprio in Val Seriana, particolarmente colpita dal virus, il paese di Casnigo, solo nel mese di marzo, ha perso 35 abitanti contro i 4 dell’anno precedente.
Più a sud a Massarosa, nel lucchese, un suo coetaneo tornato da un viaggio in Spagna martedì 11 agosto, è risultato positivo al coronavirus e ora è ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale di Livorno. Il giovane era a Madrid insieme alla compagna, anche lei contagiata. Hanno contratto il virus anche il padre, la madre e il fratello dell’uomo. I tecnici del Dipartimento di prevenzione Asl stanno proseguendo gli accertamenti per chiarire se altri conoscenti o familiari sono stati contagiati. L’uomo è il primo ricoverato in terapia intensiva nella regione Toscana tra coloro che sono rientrati da un viaggio all’estero. Inizialmente nessuno dei componenti della famiglia si era rivolto all’ospedale, perché nessuno di loro aveva avuto sintomi gravi. Lunedì, però, sia il trentaquattrenne che il padre cinquantasettenne, si sono fatti portare al pronto soccorso di Viareggio. Il primo è stato ricoverato e trasferito alle malattie infettive di Livorno, poi in terapia intensiva per la criticità delle condizioni di salute. Comunque, l’uomo, che non ha altre patologie importanti, non sarebbe stato intubato. Il padre, invece, inizialmente si sarebbe allontanato dall’ospedale, tanto che i medici avrebbero avvertito anche i carabinieri. Martedì, il cinquantasettenne ha però avuto un peggioramento delle condizioni di salute che lo ha spaventato e si è quindi fatto portare all’Ospedale di Viareggio con l’ambulanza per poi essere ricoverato. I commenti chi scrive li lascia tutti ai suoi lettori.